Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

l) paralizzare gli strumenti d'azione dello Stato nella situazione pre– sente; disarmare e disciogliere l'esercito e la polizia; bruciare i Catasti i Registri Je Cancellerie dei tribunali le Intendenze di -finanza; licenziar~ i burocrati e sgombrare i ministeri; e simili. 2) isolare nella società i politici, ed ugualmente i politici che di fatto comandano come quelli che aspirano a comandare, per sbarrare defìniti'n– mente (per quanto è possibile!) ogni Joro parteeipazione aHa iestioue so– ciale; cioè fare di essi o dei lavoratori produttivi, o dei confinati o dei morti, se proprio altro non si può. NOTA Non v'è da temere, come suggeriscono i politicanti professionali, che senza di loro si trovi pregiudicato il funzionamento della macchina sociale. Di fatto, la società vive, con i suoi scambi le sue creazioni le sue distru– zioni, all'infoori dei politici: essi son Je mosche cocchiere del moto. Senza di essi, tutto funzionerà ugualmente, anzi meglio, per la spontaneità del lavoro in cui si rcalizzeri, atfiue la collaborazione effettiva di tutti. z. da: Volo11rà, A. I, n. 15. Napoli, 9 011obre 1945. FASCISMO LA POLITICA è l'arte del possibile. Ma chi restringe il possibile a quello consentito dalle circostanze in atto, trascurando l'influenza distruttivi\ e creativa che la volontà umana conserva anche quando è volontà di pochi e perfino d'un solo, vincola per ciò 1a sua azione politica nei limiti angusti della conservazione sociale. li fascismo, esperimento al limite di autorità, nelle forme corrotte e corruttrici che sono peculiari alla storia dei dominatori del nostro popolo, ha avvelenato gli uomini e donne di almeno una generazione con l'abito della ubbidienza e della disciplina. Il caos che regna nell'azione politica presente, in tutti i Partiti e fuori dei Partiti, esprime tale intossicazione: tutti cercano soltanto capi da seguire. La sola medicina efficace per questa malattia è fa coraggiosa pratica della disubbidienza e de~l'indiscip]ina. ln- 73