Volontà - anno IX - n.1-2-3 - 1 luglio 1955

motivi di lotta per aiutare l'umanità ad uscire dalla barbarie e a.costruirsi un vivere sociale umano. Sappiamo che la nostra fede ne.l domani, che è il motivo dominante dell'anarchismo, non è la fede del credente nel suo dio, che annulla la sua ·volon~ e sopporta U male e la cattiveria degli uomini con I.a speranza del premio dell'al di là. È invece la certe~za che ogni uomo, per quanto modesto esso sia, agisce nella storia; porta in sè la forza per costniire il proprio destino; che la somma di tutto il bene e di tutto il male che tro– viamo nel mondo è la somma dei nostri sacrifici, dei nostri eroismi, del nostro amore per il prossimo, della nostra solidarietà o dei nostri egoi.sm.i, delle nostre rinuncie e delle nostre viltà. Non ci sono più schiavi a costruire Piramidi perchè e' è stato chi ha lottato e dato la sua vita per togliere dal mondo l'ignominia della schiavitù. Perchè le verità, anche le più belle non camminano da sè: chiedono il sacrificio degli uomini migliori. La civiltà o avanza tra roveti o retrocede. Eppure dobbiamo o,iestamente rico,wscere che tutto ristagna ltttorno a noi. Che cos'è dunque che non va nel nostro lavoro? Nessuno di noi ha tradito: ognuno, cli tutti quelli di ieri., si trova anche oggi impegnato nel nostro lavoro. Ma qualchecosa non. vi è più. La fiamma che ardeva dentro di noi, in. quei primi a,mi di lotta, si è assopita. Non ritroviamo più in noi l'entmiasmo, le speranze di allora. Tutti lavoriamo, ma quasi per « dovere » e cosi lavorianio faticosamente ed il nostro lavoro manca di vivacità, di slancio, di calore. Nessuno è più disposto a sacri– ficarsi come allora, quando si viaggiava intere gioniate sui respingent-i di un vagone per <liffondere la nostra stampa, per partecipare all una riunio,ie di compagni, o si percorrevano strade solitarie di montagna o di paesetti sperduti del Mezzogiorno a piedi o in. bici.eletta per trovare un, compagno, stabilire dei contatti, portare, con l'opuscolo il giornale o la parola, il seme delle nostre Ulee. La vita calma, dopo gli anni di guerra e dell' imme.dia.to dopo-guerra, ha finito - ed era umano - per imprigionarci in parte anche noi: e molto spesso abbiamo dimenticata la riunione per godere la quiete della nostra casa, rinunciato a diffondere la nostra stampa per andare al cinema, a non essere presenti dove era necessario per goderci gli amici o la famiglia. Piccole rinuncie alla lotta cli ognuno Ji noi eh~, sommate, hanno l« loro importanza. Questo non significa che solo l'entusiasmo e i/, sacrificio siano su,ffi– cienti a far cttmminare le nostre idee. È necessario avere iclee chfore, si– tuarci ben.e nel iempo in cui viviamo, assegnarci obiettivi chi.ari di azione. Sappiamo pure che possono esserci situazioni generali che producono pe– riodi di stasi o cli crisi in se,io a qualsiasi partito o nwvimento indipendenti: dalla volonl!à dei militanti. Ma è appunto in questi periodi di crisi che è necessario trovare in noi forza e mezzi per uscfrne. 53

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