Volontà - anno VIII - n.12 - 15 aprile 1955

società, ,io,1, co,itro di essa ma, con ,•ssa, debbono concludere per neces– sità allo stabilimento ciel/a più larga libertà degli ùrdividui e dell'umana moralità». A questo punto, una nota di Ja– mes Guillaume, che diresse 1a 1mb– blieazione de1le Opere, dice: (< Qui termina il manoscritto ». Ce ne do– liamo e constatiamo nnovamente 1 che ]e idee anteriori di Bakunin coincidono con l'intenzione manife– stata a Reichel. Esse coincidono an– che con tutto <1nello che riguarda l'etica ne'I pensiero baknnin iano. on solo Bakunin crede necessa– rio costruire un'etica basata sl.Ùle concezioni materjaliste che sono le sue. Egli crede nell'etica, crede nel– la sua esistenza per <1uanto minima possa essere. E qualunque siano gli aspetti negativi della natura umana, la realtà di una morale gli sembra indiscutibile; anche se ]e sue basi sono false e se coloro che l'hanno forgiata sono agli antipod.i del suo pensiero, della sua vita. Ancora una volta vediamo }a sua lealtà, e })er conseguenza un esempio di etica personale, neUa giustizia che egli sa reòdere ai suoi nemici. « Le classi privilegiat.e che non luuuw più oggi, co11t.rariame11,te a ciò che esse dicono, nè la pietà nè /a, fede, vi sono attaccate ugualmen. te ,la interessi politici e sociali. Tut– tavia è impossibile dire che sia quel– lo la .sola ragione del loro attacca• mento alle idee domi,wtiti. Pur a– vçn<locattiva opinione del valore at. male, intellettuale e morale, di que– ste classi, ,wn posso ammeuere che il s01ointeresse sia il motore dei loro 1>erisieri e dei loro ntti ». 690 Egli riconosce che c'è in tutte que– ste classi degli individui eccezionali, degli spiriti forti. ed amorali: « Ma questi uomini distinti non formano mai nelle classi più corrot– te che ima minoranza molto i-nfima. L,i folla vi è così gregaria come ,ud• I.o stesso popolo. Essa su.bisce natu– ralmente l'influenza dei sooi inte• ressi, per cui la reazione divema una condizi<me d'esistenza. Afa è impos– sibile ammettere che facendo della reazione essa obbedi.se, ,, soltanto ad un sentimento. egoistico. Una gran– de massa di uomini, anche abbastan– .:a corrotta., quando agisce colletti– vamente, 110n potrebbe essere così. depravata .. C'è in ogni associ.azione numerosa, e con più forte ragione ,wlle associazioni tratli.zionali, stori,– che, come le classi, anche se fossero giunte al punto ,li essere assoluttt– mente nocive o cont:rurie all'foteres– se ed al diritto di tuui, un princi,pio di moralità, ima religione, una cre– denza qualsiasi, senza du.bbio poco razio,wli, molto spesso ridicole e di co,L~cguenza ristrettissime, ma sùtee– re e che costituiscouo la condizione morale uecessaria t1lla loro esisten– z<t- ».1 Il pensiero che ogni collettività u– mana ha bisogno di una morale ed anche di un certo idealismo, umano o religioso, si giustifica con il fatto che, senza questa mora1e fondata sullo spirito coHettivo e su delle im– maginazioni o delle aspirazioni che oltrepassano il mondo materiale, le collettività non potrebbero e8isterc. Se no, non si potrebbe sperare nella specie umana, ed è in essa, nella sua totalità che Bakw1in epe• ra, e la conoscenza che egli ha de• 1 Dio e lo Staro.

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