Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

teorizzante, dc11a metasifisica, ed una certa casistica. Quanto a Bakunin, credere che e– gli abbia potuto in meno di sei an• ni creare il nostro movimento inter– nazionale grazie alle so)e risorse del suo spirito e de11a sua volontà è misconoscere del tutto la sua perso– nalità inteJleuuaJe, i suoi scritti, H. suo pensiero, Ja sua azione storica. Lo stesso buon senso ci dice che un 1al prodigioso risultato non avrebbe potuto conseguirsi senza un metodo di lavoro, di organizzazione, .senza direttive date agli altri, che si ritro– vano nei suoi scritti, neHe sue pole– miche sugli scopi della Prima Inter– nazionale, nelle sue lettere ai mili– tanti di Spagna, d'Italia e di Fran– cia e d'altri paesi. Fino ad oggi nes– suno ha esposto con .altrettanta chia– reza ed ampiezza ciò che doveva es– sere J'o·pera costruttiva, organizzati– va, educativa e di preparazione ri– voluzionaria nell'ordine amministra– tivo, nazionale cd interuaziona1e. Tutto ciò che ,si trova in lui su que– sto soggetto prova abbondantemente che la scienza dell'organizzazione non gli era piìi sconosciuta di queUa della sociologia. t; un soggetto che mi sarebbe facile di dimostrare con i testi alla mano. ! on si conosce l'universo ragio– nando su di esso, non si conosce l'e– ,•oluzione della vita sulla terra, ]'ap– parizione e lo sviluppo delle specie, l'apparizione e la costituzione e l'e– voluzione delle società, ragionando su di esse da dilettante, ma solo stu– diandone senza tregua i latti, son– dando iJ passato ed analizzando il presente, accumulando studi, rag• 650 gruppando e classificando e control– lando e comparando i dettagli, costi– tuendo delle sintesi fondate su una moltitudine di ricerche e di investi– gazioni. Proudhon aveva fatta una analisi del capitale prima di ,Marx, e di– mostrato cifre al1a mano le contrad– dizioni d'una società. divisa in clas– si. Se anche egli s'è sbagliato su un aspetto particolare, sta di fatto che l'essenziale della sua analisi è giusta, resta tuttora giusta. Proudhon, poi Dakunin e Kropo– tkin (sopratutto il primo ed il ter– zo, )'uno dal punto di vista della giu– stizia e dell'economia sociale, l'altro dal punto di vista sociologico ed u• mano) hanno fatto una critica scien– tifica, perchè basata sullo studio e la conoscenza profonda dei latti gene– rali dominanti ed irrefutabili con– cernenti lo Stato. E senza negare il problema morale (Proudhon attac– cava lo Stato anche dal punto di vi– sta della dignità personale), percl1è non avremmo noi ricorso allo -studio della storja, al Jcttto dell'umaniti, schiacciata, 01>prcssa,asservita, s[rut– tata, sacrificata daUo Stato da mil– lenni? Perchè non avremmo il dirit– to di aver ricorso a questi argomenti ed a questi studi che giusti.6eano la nostra posizione morale mediante i fatti, universali ed eterni alla misura umana? E la nostra posizione mo– rale non deriva anch'essa da una reazione contro dei fatti che ci in– dignano? Infine, se noi riteniamo utile l'a– ver ricorso all'arsenale di conoscenze che ci offrono tutte le !!cienze perchè non vogliamo ragionare nell'aslrat– to, perchè la dialettica verbale non ha nulla da vedere con la dialettica

RkJQdWJsaXNoZXIy