Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

menti nessuno che si sen•a di della tecnica potrà vantare un successo. Ciò premesso, « A » 1>erollenere il consenso di « B » a compiere la azione « X » 1 dovrà superare l'indi(. ferenza o opposizione inir.iale. Co– me nota Ch.L. Stevenson nel suo volume « Etica e Linguaggio», chi uscolta esprimerà sempre con un « pcrcl1è.? » la (>ropria esitazione, la propria riluttanza a compiere un'a– zione « solo perchè così vien detto ». La risposta al« perchè •, potrà spin– gerlo a11'azione o trattenerlo. Le operazioni che la persona « A » compie 1:.errispondere a quel « per– cl,è » vengono raggru1>pate sotto il nomo di appello al valore. Esso con– siste nell'ideutiJicare o nel ricondur. re« X» (ossia l'azione da (are com– piere o non, la tesi da fare approva– re o non) a un'altra azione o tesi che « A » abbia motivi di ritenere già approvata o disapprovata da « B », a1la quale cioé « B » abbia già dato il proprio con.senso o dissenso. Occorre ora chiarire la distinzione fra « identificare » e « ricondurre ». L'appello al valore per definizione identificazione Rroposizioni come « peccare :,, è offendere Dio », oppure « la pa– tria si serve ubbidendo alle leggi », indicano che è stata com1>iuta una operazione di identificçione tra i significati di due nozioni, facendo di una la nozione dell'altra. « Pecca– re • viene definito, identificalo con « offendere Dio »; e « servire la Pa– tria >1 con« ubbidire alle sue leggi».' La definizione-identificazione può essere utilizzata nell'appcJlo al valo– re. « A » volendo convincere « B ,, a non peccare, ha definito il peccato 644 identificandolo con nozioni che rite– ne,•a già valutate in modo negativo dalla persona da convincere. « B 11 aborre dall'offendere Dio, perciò non deve peccare. La questione se le due nozioni ab– biano veramente un signifLcato co– mune (ad es., ,se tutti i peccati elen– cati dalla casistica cauolica siano un'offesa a Dio) non ha <1ui impor– tanza •per noi; in tema di tecnica della persuasione importa solo oc– cu1>arsi di come questo significato venga loro assegnato e di come si ulilizzi la definizione-identificazione. Come può difendersi « B » da questo appeUo al valore? rifiutando la definizione di A », adducendo differenze di &ignificato. Potrà dire per eaempio che certe azioni consi– derate da « A » come « peccati » (ad es., limitare le nascite) non signifi– cano « offendere Dio »; che in certi casi si può « servire la Patria » di– subbidendo a certe leggi che chia– merà ingiuste o superate (ad es., le leggi emanate dal fascismo). Dal canto suo « A » potrà preve– dere queste obiezioni di « D » e cer. care di renderle inoffensive in di– versi modi. Un modo può essere questo: pre– sentare l'identità fra « 1:.eccare » e « offendere Dio » come una proprie– tà oggettiva. del secondo termine, su cui anche « B » è d'accordo. e:A » non dice: « lo propongo di consi– derare iJ significato di « -peccare » i– dentico a quello di «offendere Dio»; l'identità apparirebbe come una pro– posta personale di chi parla e per– tanto più discutibile e attaccabile. Egli. d.ice invece: « Nel peccare è già ·implicito l'offesa a Dio». Un'altea forma di prevenire le o– biezioni: se « A » ha previsto le o-

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