Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

ragioni del suo accordo nella accettazione di alcuni schemi razionali, tanto generali e vaghi da permettere la coesistenza e la contaminazione di in• terprctazioni sociali o politiche o economiche del tutto opposte. E ancorato a quegli schemi, distaccato dalla realtà, si riduce a sterili atteggiamenti sentimentali o demiurgici, batte la strada del formalismo, lascia crescere 1a profonda frattura che lo divide ~alle forze attive della cultura e dalla gente comune per la quale vorrebbe operare. Per questo 1a mostra di urbanistica alla decima Triennale è stata fatta tenendo un occhio al pubblico e un occhio agli urbanisti. Ci si è rivolti al pub'blico per fargli sapere che l'urbanistica esiste t· che onnai con J'urbanistica è necessario fare i conti. Nella società con• temporanea, dove i parametri della vita associata hanno assunto un moto vorticoso, dove tutte le forze in gioco urtano in un continuo drammatico contrasto, dove le relazioni umane sono -intessute di violenza, non c'è pii, speranza che il rapporto uomo.spazio trovi spontaneamente le vie di uno sviluppo armonico. È necessario ricorrere a un intervento dall'esterno - !'urbanistica - condotto da una élite qualificata - gli urbanisti - 1>er riaprire le vie sbarrate. Ma proprio perchè è esterno e condotto da una élite, questo intervento è pericoloso. Ci si è rivolti al pubblico per avvertirlo del pericolo. E lo si è esortato ad avere chiara coscienza di essere lui stesso l'unico e insostituibile pro. tagonista di tutti i fatti sui quali l'urbanistica opera, a non perdere il controllo di <1uanto avviene nell'operazione che si compie, ad essere di{. fidente verso tutte le proposte che richiedono una limitazione - anche provvisoria - deJle sue prerogative, un uso - anche vrovvisorio - del potere e deJla violenza. Dall'altro lato, ci si è rivolti agli urbanisti per metterli in guardia sulla responsabilità e sulle conseguenze della loro opera. U loro inter• ,·ento è storicamente necessario, ma minaccia di risolversi in un nuovo più grave disastro se si applica in modo parziale, astratto o autoritario; se agisce neHa solitudine, senza )a partecipazione di tutte le forze vive della coHettività, perduto in un astratto sogno di igiene sociale che sva. nisce a ogni brusco contatto con la realtà quotidiana. Su questo duplice piano di un discorso rivolto contemporaneamente ;.1I pubblico e agli urbanisti,· sono stati impostati i cortometraggi e ta mostra vera e propria. Quali sono stati i risultati? L'operazione verso gli urbanisti ]>UÒ considerarsi riuscita. Si è os. servato che il modo in cui li si è tirati in causa ha tutta l'aria di una provocazione. Ed è, infatti, una ·provocazione. Si sono pro~ocati gli ur• banisti perchè mostrino Je loro carte. Perchè dichiarino, una buona volta, secondo CJuali principi, a qua]i fini e, soprattutto, con quali mezzi, inten• dono condurre ]a loro azione; perchè precisino in quaH limiti sono di. 638

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