Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

E poi si piange sulla « Repubbli– ca dei sali e tabacchi» come chi pianta zucche e vuol raccogliere rose. Se lo avessero detto dieci anni fa a quelJi che ancora sot,'llavano una re– pubblica che desse di scure alla radi– ce del male, contro Je monarchie del danaro, contro i feudatari della ter– ra, contro i padroni del rnpore, per dirla con Ernesto Rossi. I padroni del vapore che fecero bottino con la prima guerra mondiale, che pagaro– no Fra Diavolo per non rendere con– to a Giolitti del loro furto di gueÌ-ra; che lo ripagarono arrivati al potere per difendere la loro preda; che spendono o spandono come allora an. che oggi; per «salvarci» dall'auto– ritarismo marxista, e tengono ben stretto il marsupio se si affacciano problemi di « rinuncia >> a protezio– nismi statali, a beni di mano morta, ad esenzioni di imposte, ecc. E' diUìcile disfare il malfatto. La storia - si dice - è fatta di fatti compiuti. Stupenda perspicacia sto– rica, quando si tratta di constatare la strada che la rezione ha percorso, per ]a incapacità nei rivoluzionari dì ca1>ire per tempo il valore di altri /ani, compiuti in direzione opposta. L'internazionalismo non è stato ne– gli autoritari una forza per stringe– re dei contatti di solidarietà nella comprensione del mond.o sui nostri problemi italiani,· ma uno specchio per Je allodole, per incantare le no– stre direttrici di azione suJla ]inea a– mericana, inglese, 'russa, tra poco ci. nese. Senza contare (i grandi posi– tivisti; i pratici dai piedi a terra) che noi. siamo in quella parte di mondo che non ha avuto il bucato di nna grande rivoluzione; che noi siamo la sola parte di mondo dove ci sono due Stati in uno Stato (e non parlia– mo ... di San Marino, si capisce!); 1a sola parte di mondo dove era possi– bile Ja fortuna di Fra Diavolo, non per l'eccesso di cattolicesimo che ab– biamo in casa; ma pcrchè è <1niche Costantino, Carlo Magno e Fr,a Dia– volo hanno qualche regalo da fare al cielo e ai suoi inviati. Altro che democrazia all'inglese, all'americana! Forse i soli « prati– ci » del copialettere sarebbero quel– li della « democrazia alla russa » se lo scisma di undici secoli fa tra Ro– ma e l'Oriente ortodosso potesse ri– solversi e lo risolvesse il Kremlino? Se gli anarchici avessero animo di rivincita suicida, sarebbe grande ora cli gaudio per noi quest'ora delle bombe di carta che preannunciano <1uelche bolle in pentola dopo tante vittorie elettorali e amnistie conci– liative deUa... nazione! Ma gli anar– chici non si sono fatti nel « dician– nove», ma nel diciannove hanno seguita la via che avevan tracciata dal loro nascere, per la ragione del loro nascimento: avanguardia che si distingue nel pensiero dalle deviate e incompiute ideologie di libertà; ma che ha onnnipresente l'abisso di san– gue cf1e la separa dagli oscurantisti 01rnipresenti, fedeli alle glorie del medioevo. Gli anarchici, nella primavera che infiorerà di rosso le tombe dei marti– ri nel decennio carico e sca'rico di tante illusioni, sono i meno delusi e temono piit la· reazione d'animo de– gli innamorati che trovano l'amata repu:bblica nelle braccia del prete, che le bombe missime, fossero pure di quc.lle che in passato ai missini forniva Bonomi. 635

RkJQdWJsaXNoZXIy