Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

etupirsi che la nazionalizzazione, cavallo di battaglia della maggioran– za delle centrali operaie e dei par– titi cosi detti della classe operaia, abbiano sboccato, non con la parte– cipazione del più gran numero al funzionamento delle imprese e del– le industrie, ma alla costituzione di nuovi strati sociali tecnoburocratici. Le decine di anni d.i lotte operaie hanno servito ad avvantaggiare e1e– menti che non sono rappresentanti della classe operaia, nè possono es– sere controllati da essa. La borghesia aveva proceduto nel– lo stesso modo, costretta dalla ne– cessità di creare dei servizi comuni per i compiti che ohrepassano la ca– pacità deJJe organizzazioni private. Lo Stato monopolizzava i compiti di insieme e l'esecuzione di questi por– tava al rinforzo di un potere eserci– tato da uomini di nuovo tipo, spes– so solidali ma tuttavia diversi dal borghese. Quest'ultimo poteva alme. no, sulla base dei suoi diritti di proprietà e con i1 gioco più fine del suo potere sulla stampa e sul Par– lamento, conservare posizioni corno-– de. Tanto che i desideri di eserci– zio dei pieni poteri, talvolta mani– festato dai grandi uomini di nuovo tipo, non poteva relizzarsi che ap– poggiandosi sulle rivendicazioni o– peraie. Così, si organizza un' immensa macchina cieca, in cui le solidarietà reali sono basate suUa difesa dei pri– vilegi acquisiti, di qualsiasi natura e di qualsiasi origine. A questo pun– to d'equilibrio e in mancanza di movimento, la macchina multiforme si arresta. Lo stesso sistema parla– mentare, destinato al controllo ed all'utilizzazione della macchina, è 632 diventato un insieme di ruote che assicurano il collegamento tra le clientele e le Intendenze. Gli orga– nismi nuovi si aggiungono a quelJi che avevano per oggcto di sostitui– re; le strutture caduche sono rad– doppiate o triplicate daUe strutture recenti, con un enorme sperpero di energia e di ricchezza, con il solo risultato che ]'insoddisfazione di tut– ti totalizza gli sforzi realizzati in vi– sta di sodisfare tutti. Alla ricerca di una politica operaia Potremmo fermarci a rilevare che la realizzazione di questa situazione prevista ed augurabile dalla maggior parte dei teorici socialisti, coincide con le dimissioni dei movimenti o– perai in ciò che concerne il loro ruo– lo costruttivo, i1 loro comipto di so– stituire le organizzazioni colpite da paralisi con delle organizzazioni ri– spondenti alle nuove condizioni. Mancano le soluzioni che portino la loro impronta e che implìchino il Joro intervento nei problemi che nessuna aJtra classe sociale è in mi– sura di risolvere senza il sacrificio dei salariati. Più utile è ricercare perchè questa rinuncia esiste e tro– vare il metodo che farebbe sbocca– re l'azione rivendicativa sul terreno delle realizzazioni positive. Non pare che ci sia altro procedi– mento al di fuori di quello della conoscenza dei fatti stessi, lo studio dei ·problemi essenziali e la ricerca di soluzioni di cui la classe operaia possiede in gran parte gli elementi. Constatazione banale ma che porta al rifiuto di un ricorso permanente allo Stato, o il rifiuto d.i considerare

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