Volontà - anno VIII - n.11 - 15 marzo 1955

Quest'ultimo è forse il punto fondamentale su cu1 bisogna mettersi d'accordo o chiariN i disaccordi. Subito dopo la prima guerra mondiale, nel movimento italiano Ja <ruestione sembrava defmitivamente chiusa, non con l'accordo teorico, ma con J'acceuazione e delimitazione del dissenso, che portava come con– seguenza una divisione di compiti, che non escludeva naturalmente un'oc– casionale col1aborazione pratica. Malatesta, Fabbri e parecchi altri ave– vano cercato di chiarire il loro concetto dell'organizzazione antiautoritaria, anzi dell'organizzazione come garanzia di libertà contro le naturali tcn– den:1.eautoritarie deU'uomo. L'Unione Anarchica Italiana (u la traduzione di quel concetto per quel che si riferisce all'anarchismo come movi– mento; più tardi le realizzazioni anarchiche della rivoluzione spagnola, con rutte le loro manchevolezze e benchè si situassero alla confluenza dell'anar– chis.mo con il sindacalismo, lurono l'applicazione di quel concetto d'orga– nizzazione libertaria a tutta la società Anche in questo terreno il fascismo ha interrotto una linea di sviluppo e non ci si sente più sotto i 1>iedi un terreno così sicuro. La degenerazione rapida del movimento sindacale per opera dei partiti, il fallimento tre– mendo della rivoluzione rossa, il disgusto dello spirito gregario coltivato con tutti i mezzi dal regime di Mussolini. e da quello di Stalin, l'atomiz– zazione <lella vita spirituale, inevitabile all'interno d'una uniformità ob– bligatoria senza possibilità di dialogo, dovevano portare ad, un risorgere e riaffermarsi di tendenze individualiste, ad una diffidenza diffusa nei con– fronti d'ogni forma organizzativa, ad, un culto un t>Ò esclusi\'O della t< spontaneità ». D'altra parte un'innegabile influenza marxista 6u tutti i movimenti ita– liani (e, possiamo dire, europei) di « sinistra », specialmente nei loro set– tori giovanili, dovuta a circostanze di carattere materiale, come la potenza politica della Russia, ha prodotto un acuirsi della mentalità classista vec– chio stile, proprio quando le classi stanno cambiando rapidamente tli na– turat. ha portato ad esaurire la lotta nell'azione anticapitalista in un mo– mento in cui il capitalismo decade e non certo con vantaggio delle solu– zioni socialiste, e nuo\·e forme di assolutismo statale anneriscono l'oriz– zonte ad oriente e ad occidente. La suggestione che esercitano le « realiz– zazioni pratiche » (più immaginarie che reali) ottenute con la baecheua magica del potere politico, con la forza numerica dei s"indacati, impiegata aneli 'essa dai loro dirigenti come strumento di potere politico, e, in ge– nere, con l'ubbidienza meccanica delle masse reggimentale, fece (anche in mezzo agli anarchici) fermentare variamente i residui dell'educazione marxista ricevuta neU'atmos(era infuocata del1a resistenza, nel senso del– l'accentuazione di motivi autoritari e perfino, in alcuni casi estremi, di un avvicinamento ideologico al trotzskismo. 624

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