Volontà - anno VIII - n.9 - 15 gennaio 1955

s1,azio, regolali dal di fuori. Non meraviglia che Aldous Ru.xley pos– sa affermare: « Oggigiorno, ogni u(– ficio efficiente, ogni fabbrica moder– namente organizzata, è una prigio– ne panoptica nella <1uale l'opernio soffre •.. per la coscienza di essere nell'interno di una macchina 1>, Tale accusa, schiacciante se vera, ac<1uis1a il suo 1>esomaggiore negli Stali Uniti. L'America contem1>ora– nca è la civihù della macchina 1>er e«ellenza. L'immagine di decine di migliaia di operai fluenti dalle e– normi fabbricJ,e caratterizza indc– lebilment(' il <1uadro ddl' America industriale, proprio come i fucili e i herret1i frangiati di pellt" erano il segno df"lla frontiera nel diciim– novcsimo secolo, op1mre come la par– rucca e i merletti caratterizzavano la Virginia Coloniale. La maggioranza degli Americani 1mò non lavorare nelle fabbriche, cosi come la maggio– ranza non fu mai sulla fronliera o ndle case georgiane, ma lo spirito ,,eculiare dej loro tempi sta in quegli archcti1>i. Qual'è, allora, la natura d<"I lavoro, nell'America contempo– rane11? Oi,:gi la maggior parte delh· discus– sioni sul lavoratore trattano delle sue attitudini, delle sue ambizioni, del– la ,11ua nuomic. La sua posizione nel– la gerarchia, le sue aggregazioni d.i gruflf>0, formali e non formali, la sua mobilità sono scru1lolosamente esaminale nei 1>ii1minuti dellagli. Ma la tecnologia è assunta come un dato in tutti <1uestiproblemi. Eppure è 1,ro1nio la tecnologia che dù In forma al processo del lavoro. Ed è da tali assunzioni tecnologiche - e dal fatto che esse non sono messe in <1uestione - che si deve partire. 490 L'impresa contemporanea nel mo– do in cui organizza il lavoro costi– tuisce tre t>articolari tecno-logiche: l) la logica della dimensione come funzione dei costi di mereato, 2) la logica dell'efficicn1.a funzionale, e 3) la logie!' della gerarchia. Ognu• na impone al lavoratore un insieme di costrizioni contro le quali egli è obbligato a lottare ognj giorno. Per l'uomo che lavora ouo ore llCr cinque giorni, la mattina comin– <'ia spesso molto prima dell'ora in cui deve trovarsi al lavoro. Dopo una lavata frettolosa ed una ra1>ida co– lazione, è luori o nella sua vettura, o sul tram, o sull'autobus o nella ferrovia sollerrauea. Soesso deve 1>ercorrcrc 40 o 50 chilo;netri e im– piegare un'ora o pii1 per raggiun– gere il suo posto di lavoro. (Sembra che vi sia una legge, come ha osser– \'ato Bertrand Russe!, J>er cui il mi• ~lioramento dei mezzi di locomozio– ne 11011 diminuisce il tcm1>0s1JCsoin viagJ,,'1,ma non fa altro che aumen– tare l'area sulla quale la gente è co– s1ret1a u viaggiare). Sebbene questo sin il fatto piì1 ov– vio del lavoro moderno, pochi scrit– tori si sono occu1>ati di esso o della assunzione in esso implicila che gran– di masse di lavoro umnno debbano f".sseretrasportate in un luogo comu– ne di lavoro. L'ingegnere è convinto che l'accentramento sia tecnologica. mente efficace: sotto lo stesso tetto possono essere riuniti ins.ieme la fon– le di energia, le materie J>rime, i pez– zi ed il montuggio. Cosi lroviamo ta. li immensi mègaliti come i capanno. n i d.i Willow ·Run che coprono una area lunga un chilometro e larga mezzo chilometro, oppure cammina– menli lunghi chilometri e coperti da

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