Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

La conseguenza è che la proprietà non solo trasforlll,'l. l'uomo in stru– mento (struttura capitalistica) ma addirittura fa si che anch'egli diventi una proprietà (ordinamento giuridi– ro). L'ultimo anello di <1uestacatena di violazioni costituzionali è <1uello della libertà di licenziamento. Esso 1rnò essere appl.icato qualsiasi moti– vo addotti la direzione. Citando il caso clamoroso di Santhià alla FIAT, licl'nziato perchè comunista, è venu- 10 racile all'oratore dimostrare che la libertit d'opinione, di associazione, di gruppo, di religione, insomma lulle le libertà che si accordano al I( fittaclino )) 1 sono astrazioni se la le– j!islazionc non sarà rapportula alla Co.,1ituzione. Nella socictì, così co– me funziona il lavoratore nel mo- 11tl'ntoin cui contrae un rapporto di lavoro decade legalmente dalla con– dizione di te cittadino», e diviene crualcosa cli indefinibile. La relazione mi pare abbia trascu– rato un altro elemento nell' analisi della condizione giuridicn del lavo– ratore: oltre alle« leggi» dello Sta– lo e delle fabbricl1e ci sono anche cruelle dei contratti di lavoro. Cioè u u1111 disciplina codificata per il cit. tadino, ne corrisponde una per il di– pt•ndentc e un'altra per il lavoratore. E o;,.,rnna aggiunge obblighi, doveri, limiti. Son è poco significati,•o che egli abbi!, trascurato quesl'ultimo aspet– to giuridico-privato, il che gli ha per. ml'~so di concentrare tutta l'attenzio– ne nei confronli di una sola linea di azione. Cioè il rapportamento tra IC'j!gie Costihu·.ione, che è un'azione sopratullo parlamentare ~ lcg·islati,,a f' assegna una funzione passiva ai la– ''oratori. La diecuHione Come dice,·o piì1 sopra in una spe– cie di commento an1icipato, dopo le relazioni sono cominciati gli inter– ,,enti che costituirono, nella massi– ma parte, la documcnlnzione di quel– lo che esse a,,evano indicalo in una sintetica esposizione. Forse non fu gran male: perchè se ognuno di noi conosce quale sia la reale situazione degli operai in Ita– lia, si tende - nella moltet>lice di– versità delle industrie che caratteriz– zano il paese - a sorvolare sulla drammaticità di certe condizioni; co– sì, è stato un po' come.rimettersi al corrente di quello che c'è e con cui bisogna fare i conii. Una lunga teoria tli fnt1i è sfilata davanti alla sensibilità dei convenu– ti, rievocata dalla parola degli ora– tor·i. Dalla tragcdiu di Ribolla, alla miniera di zolfo di Lercaro Friddi: là l'imprevidenza ingorda e sorda che produce la morte, <1uiJo sfrut– tamento bestiale di bambini dai 10 ai 14 anni, tleformnti nel fis"icodalle fatiche e dalle se,•izie degli aguzzini. Tutto sullo sfondo incurante dell'am– ministrazione statale i cui organi di controllo non fonzionano, impotenti di rrontc al padronalo. Dalla FIAT, in cui successivi interventi padronali hanno delineato una vera organizza– zione disciplinare, un esercito pri– vato, con tribunali e sentenze senza appello, e con il confine interno (1200 ,,uardie e, ormai, centinaia di liccnzi:menti, vere esecuzioni), fino alle fabbriche tesrili dove l'incalzare dei sorveglianti, la polvere, gli acidi, la fatica consumano lu giovinezza delle donne. E casi e ca.si di ,,iolaziont> di ogni 241

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