Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

norma contrattuale, di previdenza, d'assicurazione contro gli infortuni, di leggi. Sono stati presentati interi volumi contenenti solo documenta– :doni cli questo genere. Uno lo ha pubblicato la C. d. L. di Milano; uno le ACLJ sempre a •Milano; la C.d.L. di Asti, di Modena, di Pavia; c'era un'inchiesta dell'ACL! di Mi– lano (ancora) con 63 casi accaduti in provincia e una relazione dell'avv. Jlf'cca con 16 casi; un altro della C. d. L. di Genova con 163 casi del ge– nere. Un'atmos(era penosa, poichè in <1uella parola « violazione >J c'è tutta una storia d~ violenze contro l'uma• nità che lavora, allentali contro la vita e la civihà proiettati da un mon– do che conosciamo bene. Ma dietro a questa esposizione di miserie autentiche si sentiva un filo conduttore comune, tale da rendere il tono del convegno stranamente a– strailo: le (C violazioni n di,,entava– no un lcit motiv, accentuato da par– te dei comunisti, ma ugualmente ,a. dotta10 dalle varie CISL e ACLI in– tervenute. C'erano jn comune: i fotti, ia JlO· len1ica llei fatti, le leggi elevate a termine di paragone. Mi pare abbastanza caratteristica <1uell'ident.ità, anche a un certo pun– to le due linee si differenziano per :q>prodare ogmnrn ai propri lidi. Comun<1uc è certo che <Jt1c.lum1ue studio deve essere cominciato par– tendo dai fatti, poichè essi sono la base su cui poggiare <1ualunquc in. tcrprclazione e -1ualsiasi polemica: ma tra i fatti, che sono la parte con– creta, e la iegge che è la loro proie– zione aslratta, e.i corre lroppa distan– za. Fra quesli due eslr.emi c'è il 1.non. 242 do delle persone, delle cose, delle idee che non si possono sca,·alc!tre cosi senza che rutto il problema di– venti astratto, come si fa portandosi sul piano della legislazione: quello di chi dirige generalizzando ignonn– do così, intimamente, l'altro piano nel quale si escguisce. Diventa chiaro a questo punto !"ac– cenno fatto all'inizio di queste note: la chia,,e per capire il convegno è data dall'assenza del lavoratore, chè tutla la versione dei faui, della ((con• di:;io11edel lavoratore uell' impresa industriale )) è autoritaria, indiretta. Sulla falsariga di Crisa(ulli, che i. dentifica nella legge la causa di tanti mali e, nello stesso tempo, risale a essa per rimediarli, anche gli al~ri si sono adeguati al linguaggio, perfi• no giungendo, i comunisti, a propor– re una Carta in cui siano conciliati i diritti del cittadino-lavoratore con le esigenze di subordinazione e discipli– na proprie di un'impresa industriale. « Verso nna democrazia che tuteli il lavoro >, ha sintetizzato Di Vit– torio. « Verso una democrazia economica che soslanzi <1uella politica >1 hanno :11Tcrmatoquelli delle ACLI. Cosa possono fare i lavoratori con codesti slogans? Non gli resta altro chi-: trasferire la loro forza numeri– <'a tl chi la trasformi in formule, :n leggi; che è il vecchio gioco parla– mentare del cui fallimento il conw– <rnoha dato un'ennesima prova. [n. ~anto le sofferenze cosi trndott<' non cessano, pur avendo delle prOS!lCII ive di (< democratizzazione)). Eppure dall~ relazioni, e in parli– cobrn da quella (lell'ing. Martinoli - che rappresenta il modo d'impo-

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