Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

nw dirci che proprio in ques1a cspo– siziorw di 1,roblem.i egli 3bbia indi– cato il proprio limite. Se avesse ap– plicato rigorosamente :il ragionamcn– lo con cui ha concluso il suo discorso (1< :,i dice che l'uomo sia la misurn di tulle le cose; facciamo invece che le' co~e divcnlino In misura dclruomo )1) :,Ì :,arcbbe accorto (•hc il problema delle maiali ie professionali. non con. siste solo nell'enunciare i metodi cu– rati,•i e preventivi di esse, ma pi11t- 1os10 nel condannare, com1)lc1a111cnte e decisumentc, tutli quei la,•ori che, pt•r <1ualsiasi ragione ineliminabile - ulrncno nell'alluale staio della co– noscenza sci<·ntifica - costituiscono un pcrrnanent~ f}ericolo alb l'ita di c-oloro (·he vi allcn,lono, cos1retti dal bisogno a vendere b salute. Così, pur nella sua brillante oratoria res;., vi"a da un filone umanistico che pcrmea– \'a il discorso, ha pre"also l'nbitucli– nc diagnostic,1 e curnti\'a: egli cioè non ha superato la condizione di fat– to con una solidariet.'.t um;11rn, ma vi si è inserito per migliorarla e perfe– zionarla. Dopo di lui toccò al proL Bauer di trallare le « relazioni umane "· Per la verità il suo compito non era dei pii1 facili: eslrarre dUI cumulo di nozioni psicologiche su cui si fonda questo concello - cl:e è anche 1ru.o– vo per l'ambiente al quale dtwe ri– volgersi - delle idee chiare, era fa. 1ica notevole per chimu1ue. Tunto pili se non si \'tlOle che esse siano delle semplici enunciazioni leoriche, ma linee possibili di un aueggiamen– to auunle, un'etica del rapporto ci– ,,ile lra gente che lavora accanto. E po:i Baucr, neUe vesti dell'organiz– zatore, mi pare avesse (o dovesse a- 240 vt•rc) !ti pn·OC-<"uj,azioncdi n1antent'r– si ~u un lliuno superiore 1-.er non incorrere nell'errore di sposare una delle tesi sostenute nel convegno. Ha finilo per restare sulle generali e tlenunciare lu l'IC(,'CSSÌIÙ di <; pro– llHIO\'Cre II il la\'Or..llore, renderlo pii1 uomo e meno strumento allra\'Cr:iO– appunto, le 1t rcl.1zio11i umnne ,,. Ma 1)0ichè nou si è preoccupato di s1n.11u<•11lnn•, <·ioè di dare un coq10 visibile a quelle relazioni, da esse ci è rimMta una sensazione di dignit:1 ,~ di civiltit, mcnlre lultc le 1)eq}lessi1ì1 f' i dubbi 11011 sono slati fugati. H,•. l:o:ioni umane: sono strumentabili? Come? Per cli i? A servizio di eh i? lntcrrogalÌ\'Ì che rimangono, si,1 espliciti che impliciti, e c-he in altra occasione, forse, saranno chiariti o confermai i. Per ultima la relazione del prof. Crijafuili in so~lituzione del Cal.1. mandrei i1npossibilitato a svolgere la strn. Fu un es;1111edel profilo gilll'i– dico dei rapporti che intercorrono tra lavoratore e im1)renclitore, dal– l'assunzione al licenziamento. U lavoratore nell' allo assunti,•o "iene considerato, giuridicamente, in posizione di paritù rispetto al padro• ne. Prima astrazione. All'assunzione segue l'entrata nel– lo stabilimento, cioè la sottomissione esl)licita aOe << leggi )) o regolamenlo interno, dettate e applicate dalle di– rezioni aziendali JlCr mantenere una disci1>lina affine al proprio la,•oro, mentalità e ideologia. È uno stato di fatto, generale e conosciuto, in slri– dente contrasto e violazione con le leggi Costituzionali che go\'ernano la Repubblica Italiana « fondata sul la. voro ,,.

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