Volontà - anno VIII - n.4 - 15 agosto 1954

come le più gramli rivoluzioni politiclie 11011 siano clie una messa itt .'fcena, una .-:emplice co11sacra::io11e nelle /orme esteriori (clie è già w1a definizione benevola) di risultati raggiumi tutti «,/all'interno» cou un ltmgo lavorio di decenni precede11ti. E' pericoloso lavorare <e all'interno » lo so. Ma. lo si /a per una Jomla• mentale ragione, clic 11011 esiste il « di/uori )>, Forse /.'unico 1c di/uori » si trova nell'i,rerzia, o nella fuga.: il che voi certamente ,ron volete. lutemliamoci dunque su wi pimto, che forse ci far'à troi:are llssai. più vicini, bencliè io mrcora insista sul (I mio >l polo e voi certo sul << vostro ». I.a e< realtà >, in cui io voglio buttllrmi, i,r cui mi sono buttatll, la 11 realtà )> e i meccanismi " cui penso mentre .,crivo non sono i partiti politici. Massi. mamente oggi, per le mastodonticlie e rigidissime forme assunte, mi pare veramente clie essi jllccitmo parte di <111el totale realismo senza luce d'uma• nità di cui ,liccvo. /-lo fatto nelfo mia [>rima lcttcr" un esplicito accemro ai 1mrtiti politici, i11cl1ulem/oli tra ltt ,e storia )> "" accettare, "w ,ron mi SCII· tirei cli. insistere su <111esto punto. La realtà ,, cui io sopmt11110penso so,w la scuola o fo fabbrica o l'ufficio. Ed i,r esse sempre si viene un poco a palli con qualche conwmlat1te e persino con <11wlchehleologill. Quanto rilla guerrn, è un discorso a sè. Mentre si può, ,i forse si deve, lr,. varare socialmente fuori dei partiti politici. per reslltre 11cll'1mu1110,nella 1;ucrrasit11110 tutti i11evitt1bilme11teimplict1ti. Alcuni colloc111i con cc obiettori di cosciet1zt1 >1 mi lwmw co11vi11tt1 clie è illusione, tenendosi lonllmo dal fron. tt•, cn•tlersi /0111<111i dulia g11erm, voglio clire 10111,mi cfo/l'uccic/ere e dal sopraffrtre. Certo, dirctt1w1e11te non si uccide. E con c1uesto? La nostra ca• pacit,ì cli compret1derc i ,wstri stessi ,,tti, e di ve,Jeme le implicazioni, è forse cosi limitata ,la lttsciarci contenti sol perchè riusciamo a non vet/(>,e un 1101110 e/re cade proprio lì, ucciso ai ,wstri pie,li? Bisog,w stttre attenti ,rcl dire: cc io rifiuto». Si può illudersi di 1< rifiu• tare» molto di piit di r111el e/re, in vero, ci riesce. f. ..ft nostrn 1mw11ità11011 è una torre co,r iu cimtt ut1a bandiert1, è qua/. clic cosa che bisognll mettere et repentaglio di. continuo, se si vuole e/re viva davvero. E perciò che io dico: (< Accettitmro storicame,ae, non mornlme11. te )>, Si., at1chc se questo sigt1ifica· swre su mui lttmn di coltello. Bisog,w starvi J>Crcl,èdi. qm1 e di lei sono due bnrMri: ma chi riesce a m<mtcnervisi paleswuente si tlistit1gue dal t< renlistc, pc,ssivo e it1erte >1 perchè non teori:.zll quello che accetta, non fa della guernr garm1zia dcllt1.Pt1cc, non fa dei ct1pi e/egli e< i,iviati ,la Dio». Rico,wsco che <Jtuuulo in certa misura li si accetta ci si mette su un piano inclinato, si è inevitabilmeme sotto la pressiot1e di una forzll clic s/>ingerebbe, se si cedesse, a teori:.:.are la nostra accettazione. Si è sempre spinti. a giustificare quello che si accetta. Ma proprio qui sta il put1to: 11roprio qui un uomo si dimostra rm uomo, e la sua moralità dimostra. tutto il suo vigore. E di fatto, gli uomini clie cambiano q1wlcosll 11cl momlo ac• 212

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