Volontà - anno VIII - n.3 - 1 luglio 1954

C'Oliconsiderati j veri fondatori della religione cristiana. Noi non ci ve. diauw che propositi. di malati, di in. vertiti che vivono violando la legge naturale, e ne rideremmo se non fos. sero all'origine di pregiudizi tenaci che, per duemila anni, sono costati ,dia donna solo ingiustizie e sorfe. rcnze. Il disprezzo che schiaccia le gio– vani madri, obbligate a portare sole il peso di ciò che è abitudine chia. mare l< una colpa » commessa in due, l'istituzione della prostituzione, di• sprezzata dal cristianesimo e intan• to accettata come un male necessario, la ,disuguaglianza mantenuta fino ai nostri giorni in materia d'adulterio, il sacrificio delle inclinazioni natu– rali all'interesse del patrimonio, de• ril'ano direttamente da <1ucste con• c('zioni misogine. Nel Medioevo, se la servi1i1 è do. rata per le privilegiate proprietarie di ricchezze, castellane, so,,rane, ab– badesse come Eloisa e Calerina da Siena, questa scrvitì1 è vergogna e miseria per ln massa delle donne Ja. voratrici. La schiava dell'antichità, la serva dell'epoca feudale, Je con• tadine delle nostre campagne o delle colonie che il macchinismo non ha ancora raggiunto, non sono che be. stie da soma, invecchiate prima del tempo. li fiorire della Uinasccnza migliora le sorti delle donne privile• giate dalla nascita. Sono concessi lo. ro una più grande libcrtil di costu– mi, l'accesso a una certa "ultura let– teraria. Si sa il ruolo giocato dalle preziose, la 1)rincipessn di Condé, le signore nobili della Fronda e, più tardi da una Ninon dc Lcnclos e da una signora dc Maintenon. L'ideale ]36 democratico e individualista del XVlll secolo è fa,,orevole alle donne Montcs<1uicu, Diderot, Voltaire, Bel. \'Clius, d'Alembert, Condorcct de• nuuziano l'ingiustizia della loro sor• te, s'indignano della miseria delle prime la\'oratrici tessili, e accusano Ja società. Condorcet scri"e: t< Si è detto clic le <lom1c non. avevm10 pro• priamente il seut.imento della giusti• zia, clic esse obbedivano piuttosto lll loro sentimento clie alla loro coscie11. :m. Ma non è fo ,wtura, è l'ecluca. zione, è l'esistenza sociale clte deter• mina quesw clifferenza )). La Rivoluzione !rancesc non ha cambiato Ja sorte della donna. Non è stato i.I popolo che ha diretto l'i– niziativa rivoluzionaria, e che ne ha raccolto· i frutti. Questa ril'oluzione borghese fu rispettosa delle istituzio• ni e dei \'alori borghesi. Alcune bor• ghesi si diedero con ardore alla causa della libcrti1: Mmc Roland, Luci le Desmoulins, Theroigne de ~1éricourt, Charlotte Corday. Olimpe de Gouge pro1)ose, nel 1789, una « Dichiara. zione di diritti della Donna » il cui articolo 10 è conosciuto da tutti: t(Lfl donna lw il diritto di salire sulla g/ii. gliottim,, ,lunque essa ha tmche il ,Ji. ritto di salire a/In tribuna >). Donne contadine, operaie, com. mercianti affidano ai loro « Ca/ti(>rs de Dolétmces » assai timide rivendi. cazioni limilandosi a questo: 1< C/ie gli uomini I1ott possano eserciwre i mestieri che sono llp/Jtlll1iaggio <frlle clo,me. Noi vogliamo avere degli im– pieghi 11011per usurpare l'llutorità degli uomini mll per 1were i mezzi di vivere lll ripllro dalla miserill )). Le donne della borghesia restava• no 1>rigioniere dei privilegi della lo• ro classe. Non è che quando il pote• re economico cadrà nelle 1uani dei

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