Volontà - anno VII - n.12 - 15 marzo 1954

jn1crcs.:.a111e come <1uella storica ftlessa. Forse pcrchè il suo modo di espri– mersi, era sempre esente da dogma– tismo e da cccilà di parte, ne risu1- ta che il suo pensiero era sempre co– si cl1iaro e comprensibil~ a lutti, e il suo modo di vedere e di esprimer. si cosi efficace. Aveva un profondo conce110 della libertà che veniva dal-· la conoscenza della storia. Ne11lau vede,•a nell' anarchismo « l'espressione cosciente dell'as1,ira• zio,re umm1a alla libertà in ogni cam• po dcll.'attività i110°ividuale e collet.• tfoa; aspira:fo,1c che ripudia qual– siasi tut.eUl, rupirando ad um, con.– dizionf> nclfo quale /.' 1101110 1,osstr .(volgert• 11ie,wme11tc le sue 11tt.itudi- 11i e /or:c creatrici, e dove il suo ria• t11r1tlf> sentire e pewmre 11011 inciam• pi in nesJun limite. Tale situazione non .<mrà realtà sino a quando il dc– .sidnio di libertà dell'uomo non sa– rà ,li tutti e si bnscrà ,u una mutua :wlidariPtà ,w,r::a privilegi nè disu• 8""Hlim1:<'irritanti di casta e di cla!• .•w. Pere/,;. ogni libertà, ogni diritto, ,mclH• r1wmdo sia rivendicalo e ot– te,11110 coi ,n(>zzi più rivoluzionari s/ocimw nf'll' oppressione e nell' in– giu$ti;ù, :se di essi ne sotto benefi• cintC1ri solo grupf)i deh•rmi,wti l' uon la collettività in. generale ». 1 Un i;ocialismo senza libertà indi– viduale non è ahro che una forma di tirannia e il peggiore nemico della libertà e di ogni progresso IJO• ciale. è il dogma, conseguenza, nel– la maggioranza dei casi, del fanati– smo nella credenza unitaria del pos– sesso della verità assoluta, valida per 1ut1i indiscutibile. E il rt1lau, anche se, per la sua 1 Op. cit., p1g. 90. sle~a ualura risen•ala, r:on ha pre– so mai uua parie ,·erarucnte attiva nel movimenlo anarchico ebbe però sempre su di esso una grande in– fluenza, ohre che per la sua opera di storico e di teori(:O, e, per quella in– fluenza esercitata, nltrnverso una va– sta rei.e di relazioni epis1oluri che sempre manlenne, per piìi di un cin– c1uantennio, cogli uomini più rap– llrescnlath•i del movimento: da Vie– tor Oa,·e a Johann à,fost, a Pietro Kropotkin a Tarridu del Mam1ol, ad Anselmo Lorenzo a Jarnes Cuillau• mc, a Gusla" Landauer a Malatesta a Ga1leani, alla GoJdmau, alla Vol- 1airinc de Claire, a Berkmann, ad Urules, ecc. ccc. La posizione del Nettlau, è scm• ,,re stata wrn posizione particolare, e con Jui, che mori,•a ad Amsterdam nel luglio del 1944 si chiude tutto un 1>eriodo storico che, come H Rocker ci ha (atto molto bene rilenre, ha radici profonde che si perdono nei lontani primordi dcli' allività poli– lico-sociale del mo"imenlo anarchi– co e che "ien su, su fino quasi ai no• stri giorni, allo scalenarsi dell'ulti– ma guerra mondiale. Abbraccia un largo periodo di tempo, del quale non abbiamo quasi piì1 ra1lpresen- 1an1i, e che il Rocker, oramai pili che ottantenne, è uno degli ultimi su1lers1i1.i. uno dei pochissimi che possono ancora parlarci di cose ,·i– s1e e ,•i.ssule. E la sua opera storica ha grande importanza anche perchè ra1>presenta ora. uno dei pochissimi legami che ci ricoUegao~ e riallac– ciano a quei tempi passati e segnano la continuità del pensiero e dell'a• r:ione anarchica. Uco FEDELI 665

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