Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

perchè i generttli e gli ammir,1gli e wttri fo ct1tena della, burocrazia della guerra seguiti nella bella vita. I propagmulisti, pest.ifern genill che tenace s'abbarbica nel compito di. «divertire)) il popolo: ed un. sottosegretario od rm. direttore generale fanno il mecenMe nuovo $ti/e, di-stribuendo ricchezza non. loro a b--iomalisti ml r1rtist.ici iutellet.ttwli, ti CflJJO di enormi macchirte dispensa biigie e rumori. E così vi<t. Si potrebbe seguile,re nll'infinito. Acccmto oi mostri ele/mtt.illci. ed acefali delle burocrazie, i politici pas– srmo le loro giomate nel gioco idiota ciel Potere. De Casperi sempre costruisce ct1st.elli di compromesso (essenzùile sol– l<mtotenere•le•rcdini mentre la Chiesa s'insedfo capillarmente in. tutti i posti di conumdo del paese) e dice camlidame,ue a chi parla di democra:ia, ,li colfoborazio,te trci diversi: « ... perchè noi cri.stian:i, i qua1i crediamo col Sal– mista, che '1a luce del Signore è stampata dentro di noi •, dovremmo far ricorso al lume di altre ideologie per imboccare la via giusta? >l. E, nellrt scir, cli ww 1ale affermazione totalitaria, Pella che a parole disprezza le ,u,ui/e e nei fotti si accorda coi mo,wrchici, ed i vari Fanfani, Granchi, Pic• cioni - ciascuno col suo clan di amici da imboccare, ma tutti concordi nellfl, sosttmz(l. di clericoli:zare in. profondità l'lwlia. All'ahro estremo, Toglùit.ti, del quale, poichè è un. capo PC, è inutile dur ciu,zioni: si sa bene che attmverso le più serpentine oscillazioni urttiche la volontà è una solei: solo noi comunisti sappiamo la strada su cui deve essere in.cmmnùwto (da noi) il popolo italiano se si vuole un vero progresso; gli altri son tut.ti riell'errore. (Forse comir1cia ora il processo che f(lrà del PC ,mc/t'esso un. Partito riformista, ma non. per ciò muterà l'animo di chi vi commula). E, nella s1ui scit,, Nenni e gli altri lant·i, meno assoluti mli al fondo con lo stesso mtimo. In mezzo ai due gru.ppi maggiori. fo follti dei politici minori, o del tipo di Saragat-Paccianli che s' trccontentano di 1m Ministero purchessfo, ed i-vi ttcquistano benemerenze rispetto o agli ttrmatori di navi od ai gene– rali ed ammiragli; o del 1.ipoall'estremo opposto (troppi nomi s'affacciano) dei deput.at.i e senatori e ministri che mettono fruncame11t.e la polit.ica al servizio degli nffari e nessuno nemmeno se ne stupisce. Dietro le quinte i pregiudizi ed i denari di Washington. e di Mosca, cioè d'altri politici lontani per i quali noi popolo italiano siamo soltanto pedine di un gioco ,wn nost.ro. Un mon<lo marcio, o Uleologicmnente (che cosa ormai ,li più putre– fatto dell'animo tot<tlitttrio, dopo le esperienze negat-ive d'Italia e <li Ger– mm1ia, e di Russia e di Spagna) o moralmente (quanti pescecani all'ombra dell'inerzia governativa), o economicamente (solo ortigiani riescono et-pro– durre competitivamente in qualità e prezzi.). È u,ui chiara espressione di tale marcio l'atmosfera instupidente, l' e• norme parlare-parlare-parlare con. cui, avene/o t1l contorno il cirte la radio il calcio e le lotterie, si toglie ulla gerite comune anche gli ultimi resti delfo capacità di u11. giudizio critico. 555

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