Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

Ancora. una. volta è il momento nostro. Solo ciechi deliberai-i possono non vedere con qU11le lampante e11ide11;:;" Ja crisi in atto dimostri che il difeuo non è i11 quest.o o quell'uomo poli- 1.ico, nè in questo o quel Partit.o, ma esse,izùilmente nel fatto stesso clie esist.e un insieme di meccanismi, lo Stato, che si spvrnppongo,w ignoranti e pur potenti sul.lo svolgersi delle auività sociali dei cituulini e con lei pre– tesa di <( pianificare e risolvere » non fanno altro che mrscondere via via e complicare sempre più le difficoltà in auo, aggiungendoui le proprie im– mr,ni dissipazioni. È sentito d<t molt.i, ormai che si trlltlli di una crisi dello Stato. E di una crisi la cui radice è ben pitì profonda dell'economico, poichè essa investe anche gli aspetti morali ed intellettuali delle attività personali e sociali di chi da Roma fa piani e dà ordini, e di chi in tuua Ju,lia spera e cerca sal– vezzn nell'ubbidire. !./analisi della crisi vorrebbe ben altro spuzio e tempo. Ma alcuni 11spelfi esse11::.ialibasi.ano forse a most,rnre il volto comune dei faui clie lr, cronactt quotidiana mmnanuiscc senza legame. Pri,iui di tut.to , il riueforsi di un potere immane e t,e1W1colttre <> privo d'int.elligenza in wui. i. rami delle burocrazie, intelligente soltant.o per il profiuo proprio immediato e senza alcun pensiero del tanto laudato « bene pubbli-co )). 1 funzionari dei Ministeri che m,meggiano demiri e che vogliono per– petufl.ta la regola del loro prelevamento-di-decima (i << diritti casunli »). I giudici che già son giunti con loro sentenze a dichiarare non degna di pro– tPzione legale la forma repubbli-cana dello Stato, ma sì degne ad es. (cane non mangia C(lne) le Forze Armate - considerate a sè stani.( ù, tm limbv in cui hanno esist.enza e tradizione autonome. I finanzieri dei vari Istituti parastatali (e delle grwuli Bw1che) eh~ di– spensano, sia in forma diretta sia sott.o il velo della « garanzia statale )) il denaro pubblico ai loro amici ed agli amici degli amici, nell'omertà ge- nerale. · Gli industriali - cioè i dirigenti centrali e quelli locali - che docili se– guono le direu.ive dei fina,izieri, spartendo con essi la torta dei posti co– modi e lucrosi, e si maneggiano in famiglia le macchine improduttiue del– l'TRT ed analoghe, assicurando con la permanent.e assenza di compet.izione via libera a tutti gli speculatori. Gli scolastici, dai Direttori Generali. del Ministero ai Prov-vedit.ori lo– cali, indaffarati soltanto a compiacere chi comanda, per (lSSÌcurarsene in cambio la riconoscenza, senza alcu,i pensiero della costruzione d' avvenfre che fo scuola così intristita avvelena. 1 militari, ad opera dei quali si st,a dinuovo indirizzmulo a prOllu– zioni parassitarie la povera. industria it.aliana, ed in armi ed in prebende ai comm,dant,i si dissipa ricchezza che avrebbe tanti più utili impieghi, sol 554

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