Volontà - anno VII - n.11 - 10 gennaio 1954

La nostra epoca è un'epoca di dis– soluzione e d'incertezza, nella quale ognuno si sforza di afferrarsi ad una collet1iviti'1 1 ad una sicurezza <1ualsia– si :1d un 1>rincipio d'unilii. Ma la no– s1ra epoca è anche <1ueHadella mes– sa al passo fanatico ed intollernnte, della sicurezza forzata, clell 1 uniti'1 co11centraziona1a. A.I di là di una vi– ta privata 1roppo stretta, e minatn nelle sue fondamenta nrnteria]i e spirituali, essa ci offre sem1>liccmcn• re r,,ssen:a com,,leui <li vit" priva– '"• al di lit di un'esistenza interiore precaria cd infoJjce, essa ci spinge dirl'llamcnte verso la soppressione. di q1wlsictsi.csistc11:a interiore. Ci sono molti noccioli militanti che 1)rctcndo110 t1i assorbire in so stessi il moudo e la sua coscienza; e jJ piì1 potcnlc di tutti, il piì1 attraente, il piì1 esemplare, quello d1e da trenta– sei anni <letta legge agli altri, s' è impadronito di già di piì1 della me• tà dl'lle masse umane. Un im1>ero su cui il sole non tramonta mai è staio crealo da Lenin. In Lenin, moltu genie ha creduto di riconoscc– rl' 111111 specie d'anarchico, e certi anarchici lo riconosCono ancora co– me loro profossorc di rivoluzione. Jnfa11 i, lo scopo di Lenin, come <111el– lo di l\furx, era l'anarchia ultmso– citilisw, la soeictit senza classi e sen– za lato, verso la quale i socialistj di tutte le tendenze sono d'accordo di el'rcarc una 1< vi1a storica » nel 1>otere direuo ed il1imitato delle masse la,·oratrici, attraverso il <1ua– le lo Stato si i<lentificltercbbe con, la società. « Una sola fede - una solo. volon– tì, - una so]a classe - una sola for- 11111 di favoro - una 1,ola patria - un solo potere - una sola anima - un solo essere!». E' ben questa l'a. 560 spirazione finale del socialismo mo– derno, e prima di esso, di tuui colo– ro che, dalle origini dell'umanità, hanno 1>oslulato il prinrnto dei tutti sull'imo, nell'economia, nella socio– logia, nella religione, nella giusti– zia, nella scienza e nelle arti. In fondo ad ogni socialismo (anche del pil, dispotico, del pili 101:1\itario, del più sterminatore) c'è questo so– gno, ciuest'uto1>ia lihert~iria di un i– den1iftcarsi perfetlo, «organico», re– ci1)roco dell'uomo con l'umanità, del– la parte con il tutto, dell'essere con il grande Essere. Il comunismo, o la c-omunionc, a1>1>c1rn reali,.zala con la forz:1, cancellano ogni nozione di co– strizione e di resistenza, di comando e di sottomissione, di subonlinazio– nc, di non-spontancitì1. L' universo materiale è divent:1to un bene indi– visibile. O ancor meglio, Dio s'è im1)adronito <1i ognuna delle sue creature. La perfezione, la stabilità assoluta sono raggiunte. Non ,··è più, J>ropriamente 1>nr1ando, limili agli es_.~re: non c'è nè tu nè io - nè età nè Sf"SSO - nf' morti nè vivi. L'a• 1.ionc è una. li pensiero è uno. L'a– zione e il 1>cnsicro sono una sola cosa. Non r.'è 1>il1nè uzione nè pen– siero. Il nirvana è raggi un lo. ] I 111011- do si rir>osa al di lit del l<"mpo ... ~fa a (1uest'al di lì, religioso del mondo, la vira grida: menzogna! Essa grida « menzogna 'I> a tale va– na 1uomessa, a <1ucslo miraggio C• temo che appare giit <1uando .il pil, 1>iccolo gruJ)J>O comincia a parlare d'unità idcologic11 e tal.tic", di re– .~11onsllbili1<ì colletti.vtt, ,li fedeltà in– COll(li:ionattt. E, nello stesso modo, <1uando lo scrittore, l'oratore, il poe- 1:to il delegato incominciuno (antici– pando l'abolizione delle individuali-

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