Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

noi a propugnare e praticare il pili di comunismo possibile, jo credo cl1e, come il completo iudividu:1lismo sarebbe antieconomico cd impossibile, cosi sarebbe per ora impossibile ed antilibertario i.I completo comunismo, specie se esteso a un vasto territorio. Per organi.1,zare in grande una soeieti, comunistica bisognerebbe trasfor. mare r:1dicalmcn1e tutta lu vita economica: modi di produzione, dì scam– bio e di consumo; e questo non si potrebbe fare che gradualmente a mi• sura t·hc le eircoslanzc obbiettive lo permettessero e la massa ne compren– desse i v:1111uggie sapesse 1>rov..,cdervi d.a se stessa. Se invece si ,,oles;;e, e potesse, fare d'un tratto per jl volere ed il prepotere di un partito, le ma~se, abi1uat.c ad ubbidire e servire, .acccttercbhcro il nuovo 1nodo di vita come un:1 nuova legge im1>osta da un nuovo governo, ed aspetterebbero che un polcrc supremo imponesse a ciascuno il modo di produrre e gli misurasse iJ consumo. Ed il nuovo potere, non sapendo e non potendo soddisfore bi. sogni e dcsiderii immensamente varii e spesso contradittorii, e non volendo dichiararsi inutile lasciando agl'intercssati la libertì1 di fore come ,•oglono e ilossono, ri1;0s1i1uircbbe uno Stato, fondato come tulli gli Stati sulla forza militare e poliziesca, il quale, se riuscisse a durare, non forcbbe che sosti• tuire ai vecchi dei nuovi e pili fanatici padroni. Col prcteslo, e magari colla onesta e sincera intenzione, cli rigenerare il mondo con un nuovo vangelo, si vorrebbe imporre a tulli una regola unica, si sopprimerebbe ogni libertà, si renderebbe impossibile ogni libera iniziativa; e come conseguenza si avrebbe lo scoraggiamento e la paralisi della produzione, il commercio clandestino o fraudolento, la prepotenza e la corruzione della burocrazia, la miseria generale ed infine il ritorno più o 1ncno completo a quelle condizioni di oppressiorie e di sfruttamento che la ri,,oluzionc intende\'a abolire. L'esperienza russa non deve essere passata in\'ano. Jn conclusione, a me sembra che nessun sislema possa essere vitale e liberare realmente l'umanità dall'atàvico servaggio, se non è il frutto di una Iibera evoluzione. Le società umane, ~ debbono essere convivenza di uomini liberi coo. peranti al magi;:ior bene di tutti, e non già conventi o despotie tenute in. sieme dalla superstizione religiosa o dalla forza brutale, non possono es• sere la creazione artificiale di un uomo o di una setta. Esse debbono essere il risultato dei bisogni e delle volontà, concorrenti o contrastanti, di tutti i loro membri che, provando e riprovando, trovano le istituzioni che in un dato momento sono le migliori possibili, e le svi. luppano e cambiano a mjsura che cambiano le circostanze, e le volonti1. Si può dunque preferire il comunismo, o l'individualismo, o il collet. tivismo, o qualsiasi ahro immaginabile sistema, e lavorare con la propa• ganda e con l' esem1>io al trionfo delle proprie aspirazioni; ma bisOb"lla guardarsi bene, soito pena di un sicuro disastro, dal 1>retendere che il pro• 511

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