Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

SOCIALISMOE ANARCHIA LA. P~ù fRA_NDE difficohi1 p~r int~ndcrsi, qua1~do_si discutono que- st10111 d ordine morale e sociale, dipende dal s1gu16cato ,·ario cd in– certo che si attribuisce alle parole. Ogni partito, e spesso ogni individuo, cJ:1 alle parole più generali un significato di"erso; e quel che è peggio, lo stesso indi,•iduo adopera la stessa parola a voha in sensi diversi e magari op1>osti. Così, per esempio, socialismo e cmarcl1ù1, si usano a volte come termini antagonisli, a volte come sinonimi. V'è di quelli che combattono l'indivi– du.alism.o, quando sii;,rnifìca il ciascun per sè della socictl, borghese, e poi dfoono di essere imlividual~ti per esprimere il loro ideale di una società in cui nessuno sia op1>rcsso ed ognuno abbia i mezzi di raggiungere il pieno sviluppo della propria individualità. Oggi combattono l'immoralilà della borghesia e domani prolesteranno contro ogni morale. Dicono che il tliriuo è la forza, e poco dopo si vantano difensori dei diritli dei deboli. Deridono ogni idea di sflcrifizio e di ab11egt1:io11e poi si dicono - e si mostrano - 1>ronti a sacrificare benessere, libertà, viia, per il bene delle generazioni Iuture. E simili osservazioni potrebbero farsi sull'uso deUc parole evoluzione e rivoluzio11c, orgmtizzaziorie, mumiuì.stru::.io,1c, autorità, soverno, Sll1lo e quan1.e altre mai si riferiscono ai problemi mor.'.lli e sociali. Così avviene che molte cose vere a1>paiono irragionevoli per difetto di espressione, e molte scissioni s.i producono [ra compagni che nel fondo sono realmente d'acconlo; mentre invece spesso si crede cli esser d'accordo, solo perchè si usa 1a stessa terminologia, fra persone di idee e di tendenze dia– metrahnente opposte. Così avviene pure che si accettano su.Ua fode di una parola, delle idee assurde o antisociali, e che degli egoisti, dei malfattori veri si frammischiano a coloro che, buoni e generosi, fan mostra d'immo• rali1à per la piccola vanagloria di sembrare originali. E non solo questa mancanza di un linguaggio chiaro, comune costante rende difficile l'intendersi fra uomo e uomo; ma la conrusione dell'espres– sione offusca in ciascuno la clùarczza delle idee e finisce coll'im1>edire che uno intenda sè stesso. Esempio, pur tro1)J>Odoloroso! tanti giornali nostri che sembrano scritti dagli abitanti della leggendaria torre di Babele, e.d in 193

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