Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

LA GUERRA. N ON V 1 È azione nef:mdn, non p:ission" nrnlvagia che non si cerchi dagli .1,. interessati di scusare, giustificare ed anche glorificare con nobili mo. tivi. Ques10 è in fondo una cosa consolante, poichè dimostra che certi ideali 0 u1)criori elaborati dall'umanilit nel corso della sua evoluzione sono entrati ormai nella coscienza unh•ersale e soprav,,frono e s'irnpongono anche nei momenti di maggiore aberrazione; ma non è J>erciò meno necessario di sve. lare l'inganno e denunziare gl'interessi sordjdi e le brulalità ataviche che si rrn.:,.condono sollo il manto di nobili sentimenti. Così, a giustificare e far accettare dal popolo la guerra di rapina che' il go,·crno d'Italia inteode,,a perpetrare contro le popolazioni della Libia, non poleva bastare l'annuncio buginrdo della foci.li1à dell'impresa e dei grandi ,•1111taggi economici che ne sarebbero venuti al proletariato italiano. Sarebbe veramente troppo il voler indurre un uo1uo, che non fosse un bruto com– pleto, a conm1cttere un assassinio dicendogli solo che !'assassinando è iner– me ed ha molti <1uattrini e che non v'è pericolo di esser iscoperto e punito! Bisognava dunque addurre ragioni pili ele,·ate e persuadere gli ingenui <'he si era di Ironie ad un caso raro, in cui era possibile arricchirsi facendo una azione generosa e magnanima. E tiraron foori la necessilà di sviluppare « le energie della razza », e moslrare al mondo il valore di « nostra gente », il diritto ed il do,·ere di pro1>agare la civiltà, e so1>ratu110l'amor di pa1ria e la gloria d'Italia. Non ci occupnemo <Jui dei pretesi ,•anlaggi materiali, primo pcrchè per noi essi non giustificherebbero l'aggressione e poi perchè ◊mmi a <111csti vantaggi r>ochi ci credono piì1, a meno che non si tratti dei profì11i di un 1>iccolonumero di accaparratori e di fornitori. Ma esamineremo, chè ne va– le la 1•ena, le ragioni morali con cui si è voluto giustificare la guerra. L'Italia, si è detto, non occupa nel mondo il posto che le compete. Gl'ltaliani non hanno coscienza delle loro energie potenziali: bisogna scuo– ter.ili cd uscire dal letargo. La v'ita è energia, è forL.a, è azione, è lotta, e noi vogliamo vivere! Sta benissimo. Ma poichè siamo uomini e non bestje brute, e la vita chr vogli111nvh 1 ere è ,•ita umana, biSOé,"lleràpure che l'energia da spiegare abbia delle qualifìcazioni. t forse l'energia della bcst.ia da preda quella a cui si as1>ira? O quella del bravaccio, del brigante, dello sbirro, del boja? O quel– la - e forse questo è il paragone che meglio si attaglia al caso - del bru10 • Ti1olo originali!: • ta guerrn e gli anarchici». 489

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