Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

mo far nulla di buono e che tm:i parali::eremmo l'u:io11c del popolo, co– stringendolo ad aspettare delle leggi che noi 11011 potremmo fare se non..su– crificando gl'int.eressi e/egli uni a quelli degli altri e gl'int.crcssi di t.utti ,,. quelli nostri particolari - Noi, govcmo, ecc. Didiiariamo abolita ogni au.– torità, invitiamo tult.i i cit.tadini ad orga,ii::arsi i,i associa:ioni corrispon– de,iti ai varii loro bisogni, ci rimettiamo 1ill'ini:iativa di queste ussociuzio– ni cd andiamo li• portare in me::o a loro il co11tribu10 della nostra opera personale. Nessun governo ha mai fatto alcunchè di simile, e nemmeno Jo farebbe un go,•emo soeialis1a. E perciò il popolo <1uando terri, la ror~a nc11e mmri, se avrà senno, impedirà che si costi1uisea w1 go,•erno qualsiasi. ERtUCO MALATESTA da ~ t'Agita:.ione" <li Ancona, n, JO, cle] 15 111ai;:gio 1897. J/i è 1111 11roblema che oggi, a gills1a ragione, preoccu/)11 molli anarcl1ic1', i\'011 trov<1mlo s11fficie111eil lavoro di pro1x1s1md11flstratla, e quello rii prepara:.ione 1ec11icamente ri1;0/u:.iomiria che non è sempre 1wssibile e clte non si w <1umlflo darà frulli mt1111ri.essi ccrcmw 11ualche co.s11 ,li 11ralico du fare fin d11 oggi, per a11u<1re (Juel tanto che Ji 1mò delle 1w.~tre idee, 11wlgra1lo l'<1mbien1e ostile; <11wlcl,ecoM clte, mentre giovi mon,fmcnte e 11wteriltlmcnte a15li anurcl,ici .stessi, serva ,li e.sem11io, 1/1' scuofo. ,li c<1m110 .sperime11ude. O" vi.rie /Mrli si /a111wdelle proposte praticl1e. Per me sono 11111e buone, se fanno ap1,ello alfo liberu ini:.i11tiv11c,l <11' .se111imenti di wlidarietù e ,li giustizfo e tendono a .sor,rarre ;l"imlii1hlui 111 dominio del go1,-er110 e del padrone. E per non pcrtlcr tempo in <liscuuioni che si ripcto,10 c(mtinmmtenle .1'Cn:.a rippQrtnre fatti ed argomenti· nuovi, io vorrei cl,e chi lw w1 progeuo cercasse di rea/i::,ZQ.r/osubito, appe,m tro1,•1110 il concor&o del minimo numero ,li mleremi giuclicato neceuari'o. senza as1,e11are. <11msisempre inu– tilmente. 1'<1de.~i011e di tufli o rii molti: - l'eJ1,erien.:11mo.1'trer•i11oi .~e <111ei progetti sorw reali:..:abili. e lascerti i;,'1:ere " prosperare <111elli cl,e sono i.·itali. Cl,e CÌllM:11,w 1e111i le 1;ie cl1e crede migliori e f)iil (f(latte al proprio tempcramemo: og,zi nelle 11iccole coui che .1'i J)0.1'sonof<1renell'umbicnte atwale, come dom1111inel vasto compo che la rivolu:.io11e oOrirtÌ alla no&tra uui'vitù. Afa quello che è logicame,ue im– perotivo per noi tuui, sotto JJCna ,li cenare dall'euere realmente anarchici. si è di rion ab,licare moi nelle mani ,li 11nadittuturn. individuale o cla$$1$ta,di un despota o di ,ma co&tituente, la nmtra libertlÌ, che, per quanto cli1,ende da 11oi, deve 1ro1:<1re la sm1 ba.se ed il suo limite 11ell'eguafe libertlÌ di tutti. eia: l_. 0 Arl1maw. ,I ollobre 1930. 488

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