Volontà - anno VII - n.9-10 - 15 dicembre 1953

Non giova il dire che quando il governo uscirà dal popolo, farà gl'inte• ressi del popolo: tutti i poteri sono usciti dal popolo, 1>oiehè il popolo solo può dare la forza, e tutti hanno oppresso il popolo. Non giova il dire che ( 1uando no·n vi saranno più classi privilegiate, iJ governo non potrà che es. ser l'organo dena volontà collettiva: i governanti cost.ituiscono essi stessi una classe, e tra loro si sviluppa una solidarietà di classe ben più potente di quella che esiste nelle classi fondate sui privilegi economici. È vero che oggi il Governo è servo della borghesia, ma pili che perchè Governo, lo è perchè i suoi membri sono borghesi; del resto, in quanto è Go,•erno, esso, come tutti i servi, odia il suo padrone e lo inganna e lo ruba. Nou era per servire la borghesia che Crispi svaligiava le banche, nè era J>er servirla che violava lo Statuto. Chi sta al potere vuole restarci e vuole a <1ualun<1uecosto far trion(are la sua volontà - e 1>oichè 'la ricchezza è strumento efficacissimo di potere, il govcrnanlc, se anche non abusa e non ruba personalmente, fomenta intor• no a sè il sorgere di una classe che deve a lui i proprii privilegi, cd è iute• rcssata alla sua permanenza al potere. I partiti di governo sono nel campo politico (1uel che sono 1e classi proprietarie nel ca1npo economico. Gli anarchici lo han detto mille volte, e tutta la storia conforma il ]oro dello: proprietà inclividuale e potere politico sono i due anelli della catena che avvinghia l'umanità, sono come le due faccie della lama di un coltello di assassino. Non è possibile liberarsi dell'una senza liberarsi dell'altro. Abolite la proprietà individuale senza abolire il governo, e quella si rico• struirà per opera dei governanti. Abolite i.I governo senza abolire la pro– prietù individuale, e i proprietarii ricostituiranno il governo. Quando Federico Engels, forse per parare la critica anarchica, diceva che sparite !e classi lo Stato propriamen1.e dello non ha piì1 ragione di es• sere e si trasforma da governo degli uomini in amministrazione delle cose, non faceva che un vacuo giuoco di parole. Chi ha iJ dominio sulle cose, ha i.I dominio sugli uomini; chi governa la produzione governa il produttore; chi misura i.Iconsumo è il signore del consumatore. La c1uestione è questa: o le cose sono amministrate secondo i Hberi patti degl'interessati e allora è l'anarchia; o esse sono amministrate secondo la legge latta dagli amministratori e allora. è il Governo, è lo Stato, e fatal. mente riesce tirannico. Qui non si tratta della buona fede e della buona ,•olontà di questo o quell'uomo, ma della fatalità delle situazioni, e delle tendenze che in ge• nerale gli uomini sviluppano (1uando si trovano in certe circostanze. Del resto, se si tratta veramente del bene di tutti, se veramente s'in– tende cli amministrnre le cose nell'interesse degli. amministrati, chi può far– lo meglio di coloro che queste cose producono e queste cose debbono con– s,111rnre? A che serve un governo? Il primo atto di un go,•erno socialista, appena arrivato al potere, do. vrebbe essere <111esto: Considerando che, stando al governo, noi uon possia- 487

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