Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

Uomini Influenti e cittadini rispet– tati. L'amnistia costituirà un saggio cli ciò che negli ambienti DC si inten– de per « cristianesimo ». E non sarà piacevole dare, di que– s10 pseudo-cristianesimo, ancora una volta 1a definizione appena l' amni– s1ia sia promulgata. Giustizia. Due fatti sono accaduti <1uasi pa– rallelamen1e in Italia. Li esponia– mo per la troppa gente immemore, eh(!; pensa (?) soltanto al To1ocalcio cd al processo Candiani ed al Rosso ~ nero radiofonico. I) Un cerio ten. col. J<"'cclc1i s'è trovato imputato di vilipenclio alb Repubblica pcrehè aveva detto in un discorso pubblico che« ... l'idea. mo– uarchiclt, forte di dieci secoli di sio– riu, b11tterlÌ ancora <1uesLomostri– ciatt.olo di repubblicu ,wto dall'il– lecito comwbio tli interessi stnmieri con 1m m.oment.,meo collasso del po– polo irali<mo ... ». Sarebbe bastato processarlo in nome delle leggi gram– maticali e storiche per definir.lo un innocuo deficiente e lasciarlo vivere in pace con le sue 1>seudo-idce. In– vece è stato processato in nome delle leggi della Repubblica Italiana, che sono quelle che sono, cd i giudici son chiamati ad :q>plicade. Risultalo: davanti al Tribunale Militare il sig. Fedeli ha - e gli fa onore - « rivemlicato l' onore >> di quelle affermazioni; ccl il Tribuna1e lo ha assolto con formula piena (cioè per non aver commesso reato), per– chè - dice ]a sentenza - « ... non può essere vietato di seg,wlarc il mo– do con cui un determinato i.st.itut.o 412 giuridico ha <wutoorigine, e se è sto– ricament.e provato che sia nato da un colpo di mano o da brogli e/et.• torali o dei louc cruenLi non può es– sere certam.ent.c vietato di esporre e conune,uare anche in senso non be– nevolo quel.la che è stat<t lei sua ori– gine ... ». A parte il fatto che in tal modo i giudici hanno tatti propri gli erro– ri di grammatica e di stori:t del si– gnot· Fedeli, e che quindi vien po– sto di chiedersi al solito chi giudi– cherà dunc1uc tali giudici, il fatto re– sta e merita di essere pensato. 2) Due giornalisti, certi signor.i Reuzi e Aristarco, sono a lor volta in– cappati :iu un processo. A vevauo l'u– no scriuo e l'altro pubblicato su un gioro:deuo cinematografico il testo della «sceneggiatura» per un film da intitolarsi« L'Armate, si agapò )). In esso venivano esposti, sul piano e con i metodi del cine, episodi della guerra portata in Grccfrt dal fasci– smo italiano, comj)lici certi generali d':dlora ancor ogg:i comandanti. Non vi erano giudizi, nè storici nè mo– rali, nel proposto film: ma il giudi– zio ne scaluri,•a ovvio, ]a condanna assoh11:1 e to1alc di quella guerra, privn cli senso, eh~ il' popolo italia– no non voleva, che i soldati italiani han eomballula senza nessuna pas– sione, che i gènerali .italiani han condotta (salve poche eccezioni) da jnelli - col contorno di barbarie che in tutti gli eserciti del mondo consegue alla tras[ormazioue elci cit– tadino in soldato. I Signori delle Forze Armate si sono impermaliti. Pacciardi in testa, hanno ri1enu10 che quel proposto film era lesi,•o per l'onore dell'eser– cito italiano. Ed allora, forti (anche Pacciardi) d'una legge fascista per

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