Volontà - anno VII - n.8 - 15 novembre 1953

F ATTI Miseriu. U N RECENTE comunicato del- l'UNESCO ci ha appreso che circa la mctit della 1>01>olazio11com– plessiva della Terra è anafolbcla, e per essa mancano le scuole che al– meno avviino ad un mutmnc1110 di condizione. li grosso degli mrnlfobcti i: in Asia ed in Africa, dove l'U ESCO calcola si:mo il 95% della popola– zione. Aln. nella stessa .Asia la con– dizione è ben diversa dove uno sfor– zo è stato realizzato: nella Hussia asiatica, ad es., 1'80% e 1>iùdei pri– mi anni ciel secolo è ora sceso a per– centuali mollo basse. Ed altrOYC son pure visibili risultati concreti degli sforzi compiuli: negli Stati Uniti d'America ad es., la percentuale :1t– t11nlc è poco pili dell'l %, Jn l1alia c'è, come si sa, una di– stribuzione irregolare tlcll'nnalfnbc– ti1imo. Si assume in genere un 20% dcll:t popolnion~ come analfabeta, nw s.i ha molto meno nelle regioni del nord e del centro, mentre si ar– ri\•:, nl 44% nella Campania ed al 55% nella Sicilia. Tale la condizione di folto. t <1uindi immediato reagirvi, dirsi: oc<·orre fare qualcosa. I tan1issimi che credono basta va– rare delle « buone leggi » per risol– \'Crc i problemi, perchè non s:i do- mandano come una tale condizione si concili con la legge sull'obbliga– torie1:1 delJa frequenza, valida da 1>il1di vent'anni in tutta Italia? La spiegazione c'è, naturalmente: la miseria ·in cui gran parte del po– polo italiano è costrclla: questa mi. seri:1 che lr:walica di gran lunga quella condizione che si definisce << povcrli'l », e trn noi giunge ad a– bissi che p:1iono inco11cc1>ibil-i in Europa. L'immensa moltitudine dei disoc– cupati; due o tre milioni di perso– ne valide, con le loro appendici fa. miliari, che debbono in qualche mo– do mangia.re ogni giorno, non tur– bano i sonni di chi ha un lavoro re– golare, cd ancor meno di eh-i ad un lavoro si rifiuta perchè gli par me– glio mangiar bene con le sue rendite. L'nllrct1an10 immensa moltitudi. ne dei lavoratori occupali con salari inverosimili: le 700 lire del lnbor:1- torio artigiano di Ja1>oli, le 250 lire del boscaiolo irpino, ecc. La po,,ertà cronica di tanti picco– li pro1>rietari agricol.i, che dal loro minimo pugno di terra ingrata non riescono a spremere che fame, lnvo– rando,•i tulto l'anno, tutta la fami– glia. Insomma, i tantissimi. bambini che non vanno a scuola o pcrchè debbo– no aiutare la famiglia giì, dalla l)ri• ma infanzia, o 1>crchè non hanno 405

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