Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

gi dei biologi inglesi Dadington, Huxley, .Mathcr e Penrose, cl1e prov– \·edono quel minimo di letture sen– za cui nessuno può mettersi a << scri– vere per il pubblico » su argomenti di genetica. li genotipo costituisce i materiali ereditari - per contro, il fenotipo è ]'insieme delle caratteristiche che si sviluppano dalla interazione dei materiali ereditari con il totale del– l'ambiente interno ed esterno. E la Natura Umana, io aggiw1go, è feno– tipo, non genotipo. 1\1.aùier discute il meccanismo del.la variazione con– tinua che è ovviamente iJ centro del– la situazione umana e la principale speranza del nostro miglioramento biologico. Pcnrose mostra, im1>lici– tamente, come siano erronCe alcune delle assunzioni di coloro che vor– rebbero serv·irsi dell'eugcnica per produrre un Eletto. Huxley discute questi ed altri argomenti e addita una via per uscirne. G. G. Simpson, nelJa parte II di « 1'he meaning o/ evolutio,i » (Il significato deU'evolu– zione), illustra gli stessi argomenti pit, per esteso e con linguaggio me– no tecnico. Si può vedere pure « So– cial biology a,ul population impro– vement » (La biologia sociale e il miglioramento della popoJazioue): una dichiarazione firmata da 23 di noi, venuti da varie nazioni al Con– gresso Internazionale <li Genetica del settembre 1939 a Edimburgo, pubblicata su <e Nature n del 15-IX- 1939. Ancora: i « Principles o/ lui– man gcnetics (Principi di genetica umana) di Curt Stern (1939), che sono tuttora il miglior trattalo d'in– sieme, od il libro di Schein(eld, « Ymi a,ul heredity » (Tu e l'eredi– tarietà), che è pili facile a leggersi ma anch'esso molto solido. Huxfoy, loc. cit., ricorda rnodesta– mente le grandi difficoltà che incon– trò da ragazzo per evitare l'errore di confondere tra di loro fonotipo e genotipo. Egli rileva che tale è sta• to l'errore dei Jamarckiani e dei pri– mi biouietristi (Galton e Pearson). Ed è oggi l'errore fondamentale di Lyscnl.'.o e del Politburo. Analoga– mente Durliugton, ivi, commenta co– me l'assunzione di determinanti ine– vitabili abbia in alcuni paesi ... un effetto terrificante su molti psicolo• ... i, medici, ed anche agricoltori. " Si può riprendere tale clistinzione con una analogia, necessariamente imperfotta, ad uso dei non-biologi. Supponiamo che per i cuochi del nostro paese sia disponibile una <iuantitit grande ma non i!Jimitata di materie alimentari, la cui <1ualità senza etòlsereassolutamente invariabi– le sia però relativau1ente cosllmte - e che ciascuno dei nostri cuochi de– cida di fare con <1uegl.i ingredienti delle torte. Ch. Ga.lton Darwin cer– ca di dirci che, poichè gli ingredien– ti disponibili non sono tutti. della ruigliore qualità possibile, l' abilità dei singoli cuochi ha un'importanza secondaria. Ma si può essere così in– genui da supporre che esista davvero una corrispondenza rigida tra i ma– teriali di cui si fanno le torte e le torte attualmente confezionate? Ov– viamente, no. Non c'è unu regola fis– sa, un Jegame unico. Con gli ingre– dienti disponibili alcuni cuochi fa– ranno certamente delle torte molto buone, ed in nlcuni casi (cioè per alcuni cuochi) le operazioni a cui essi hanno sottomessi gli ingredien– ti si dimostreranno pili importanti degli ingredienti stessi rispetto al ri. sultato finale - mentre in altri casi per la diversa capacità dei cuochi 267

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