Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

di un'ora, dieci oratori si prontm• ziano uno dopo l'altro nello stesso s11irito, ciascuno sforzandosi di «rin– carare )a dose » e di sorpassare al traguardo tutti i predecessori con e– Sflressioni di sentimenti frenetica– mente lca1isti e con ln dimostrazio– ne di un'indignazione senza limiti. L' undicesimo oratore, appare, grande « professore rosso » con una grossa borsa gialla sotto il braccio. Egli a1>pogg-ia la borsa ai piedi della tribuna, sale e incomincia il suo di– scorso in questi termia.i: « Compa• gni! Pienamente d'accordo con. i preced<>ntioratori, non. trovo parole rwr stigmatizzare questa ignobile o– Jl(lrlt co111rorivoluzionaria, dove Pie– tro è 11resentato così · eroicmnente, con lo scopo evidente di fare propa– ganda monarchica ... » Ma è subito interrotto dal direttore e regista Bersenev che domanda la parola al presidente per una « comunicazione urgente ». Avendola ottenuta, Berse– nev, senza salire sulla tribuna occu– pata da11'undicesimo oratore, ma te– nendosi in piedi dietro la presiden– za, dichiara a1l'incirca quanto se– gue: « Comp(lgni! La sagezza popo– lrtre froncesc <licc che dalla discus– sione si s11rigiona la luce, o la di– scussione riella quale noi procediamo apporterà, senza dubbio, una nuova prova della verità di questo adagio. lo sono co11tento che i primi dieci o m1<licioratori si. siano pronunciati così. w1animemente e così. nettamen– te contro l'opera; ne .sono co,itento, perchè sono convinto che tra gli o– ratori clic seguiranno, molte opi- 11io11i si fcira11nostrada in un senso ciel tutto opposto. Quanto a me, io conosco già una di queste opinioni. Uu'ora fa, il compagrio Stalin, ttel ('orso cli mia conversazione che egli ha avuto con me, mi ha e.spo.stoil se– guente giudizio sul nostro spettaco– lo: « Opera eccellente. Peccato, che Pietro non sia presentato sotto una luce più eroica ». lo sono del tutto certo che gli oratori che parleranno se non t.utti fllme,io alcuni di essi, si appoggeranno all'intendimento del co,tipagno Stali,i. Così., dalla discus– sione scaturirà la luce. Adesso, vi prego di scusarmi di aver interrotto con la mia comunicazione intempe– stiva un così. istruttivo scambio di vedute ... ». L'impressione prodotta da questo breve discorso, al <111ale non si può negare una certa perfidia, fn agghiac– ciante. Ci fu un lungo silenzio di morte, poi si scatenò un uragano, una tempesta d'acclamazioni e di grida: « Viva il co,npagno Stalin!» La violenza di questa tempesta spaz– zò dalJa tribuna il grande professo– re rosso che disparve non si sa dove, dimenticando la sua gran borsa gial– la ai piedi della tribnoa. (Bersenev raccontò più tardi che quella borsa restò tre giorni aH'ufficio de1 teatro, prima che si venisse n cercarla da parte del suo proprielario.) Subito la tribuna fu occupata da un nuovo o– ratore, il dodicesimo, un altro pro– fessore rosso che incominciò a par– lare nel modo seguente: « Compa– gni, le parole .sono impotenti a e– sprimere il sentimento di profonda indignazione con la quale ho ascol– t.ato i discor.si tenuti dai precedent.i oratori. Come? Promm:iarsi contro l'ammirevole. opera che abbiamo ap– pena finito di vedere e di sentire, e cli cui il compagno Stalin ha detto con wnta verità e saggezza: « Ec– cellente opera ». Come? Scolorire la figura eroicti di Pietro, di cui il com.– pag110Stalin lw eletto con tanta ve- 261

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