Volontà - anno VII - n.5 - 15 luglio 1953

ne, in cui l'opera di Alessio Tolstoi vcnin analizzata. Ne] primo volu– me di questo romanz,:,, Platonov a– veva rilevato non meno di mille er– rori, piccoli e grandi, contro la veri– tà storica.• Certamente, un rom;nzo storico non è un ]ibro di storia; e, a mag– gior ragione, il clramma tratto da un tale romanzo 1u1ò stilizzare la real– tà. Il Pietro Primo fu portato sulla scena e rappresentalo nei teatri di Lcningraclo e di Mosca. Ora di esso, si ebbero, non uno, ma tre adatta– mcnli successivi, e ogni volta J'au– lore scendeva un poco più in basso nella scala del servilismo, innalzan– dosi in <1uel modo sempre pili nel– la gerarchia dei padroni. Non mi soffermerò che sulla scena finale dol- 1'01>cra. Nella 1niJna versione, rappresen– tata al Teatro d'Arte di Mosca si presenta la morte di Pietro il Gran– de. Lo Zar è in agonia. La tempe– sta im1>erversa sulla Nc,,a, dove lo lngermanlmul, la fregata favorita di Pietro, è sul punto di essere som– mersa. In un monologo amaro e pes• simista Pietro dice che non c'è pilt avvenire, che non è l'J11germ.a,ilatul che s'inabissa ma tutta la Russia. Si vede la fine non d'un eroe, ma d'un uomo debole, disperato. Nelln seconda versione, Pietro è già ,,resentato sotto una luce pili e– roica; la scena de11a morte è stata tagliala, e la parte termina con un 1 lo ho ap1>rcso il fatto da La1.aro Kogan ,11:1~0; egli mc ne fece parlecipc <1uando Platonov era già morto in deportazione a Samara. Questa volta l'accusato ero io. Il manoscriuo di Pla1011ov rcs1ò pro1>rictÌI di Lazaro Koe;an fino a quando ru fucila10, nl'I 1937. monologo in cui si dice che gli uo– miiii Corti sono sempre solitari (te• ma preso direttamente dal Dottor Stoclmwn d'lhsen). Mn questo 6na. le non soddisfa le autorità, e ,,er conseguenza nemmeno l'autore. Bi– sognava produrre una terza ,,ersio– ne, ra1)1)resentata in seguilo a Lenin– grado. Questa volta l'epi.logo rap– presçnta una seduta del senalo, c Pietro, in un discorso che [a ai se– natori, dichiara che la sua 01>er::1 non morirà. « SttpfJiate, comrmgni! egli dice, che wi uomo verrà, più tardi, molt.o più wrdi senza dubbio, che, - <t suo modo, e in manierfl del tufi.o mwv<i - continuerà l'ope• m di. Pietro ... >> Non si arrivavi, fino al nome Stalin, ma l'a11usione era 1ras1rnrente. Che cosa era accaduto dalla 1rnrtc del teatro, deJla critica e del IHlbbli– co, e come s1)iegare, da questo pun– to di visiti, le metamorfosi subile dal finale di Pietro Primo? TI gran– de attore Cekho,,, che animava fino al 1930 il Teatro d'Arte di Mosca. aveva emigrato. Il suo successor6 Berseuev voleva colmare i.I,,11010che la sua partenza aveva aperto. Egli intraprese la messa jn scena della prima versione del Pietro Primo di Alessio Tolstoi. La censura del Glav– repertkom (Comitato centrale dei Reperlori) aveva autorizzalo con molto rclicenze quest'opera temen– do che passasse per propaganda mo– narchica ... Per precauzione, l'atto– re che inteq,retava il ruolo di Pie– tro il Grande [u invitato dal Regi– sta a t< 11011 cale<,re sul pe<lttledell'e– roismo >>. Gli artisti si domandava– no tremando se sarebbero riusciti a [ar acceltare definitivamente l'opera 259

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