Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

nhower e Malenkov sanno che la guerra è durata anche troppo. Sanno che se continuasse ancora questa tensione, l'Ignoto si aprirebbe ditwnzi ai loro troni: e l'ignoto fa più paura ai doriiinatori che ai dominati. Si intende– ranno. Potr:emo alfine - lo auguriamo - conoscere dei russi tra noi, andare nel loro paese, ristabilire con quei popoli i contatti a cui anela la nostra comune umanità? Allora nessuno più oserà parlarci -di « comunismo )), Si giungerà a parlare, più onestamente, di « capitalismo di Stato »: che è la realtà sociale della Russia, e non si potrà più oltre negarla quando se ne possa avere conoscenza diretta. E potremo allora tirare le somme di ciò che oggi significhi la morte di Stalin: scomparsa del tiranno maggiore che sia mai apparso nella storia umana - d'un tale tiranno che la sola mancanza della sua presenza già rende l'aria più respirabile per tutti, ed allontana dal mondo le più paurose tra le molte minacci.e oggi incombenti su di noi, per la nostra follia, per la nostra stupidità. La lezione finale è semplice. Stalin non ha costruito che un Impero, partendo da proposit.i_di libertà. L'intenderanno i molt.i che, ambiziosi od illusi, sognano tuttora che la libertà si possa realizzarla con mezzi di illibertà? che alla sodet.à aperta di domani si giunga conquistando il potere nella società chiusa del presente? che i servi possano venir liberati dall'azione illuminata di élites giwHe al vertice dell'autorità? Stalin è morto, alfine. Viva la rivoluzione sociale. V. LENIN E ST AL/N Alcun giorni do1•0 il primo attacco del male d1e <lovcva portarlo alla tomba j] 21 genuaio 192,1,nel suo tcstamcnio polilico di.iato il 25 di<-embre 1922, Lenin affermava che « il compagno S1alin, diventato Segretario Geriernle del partito, /,a co11centra10nelle sue mani un potere enorme, e io .~onotutt'altro cl1e sicuro clie epli sia capace cli mare quel potere con !iu/fici'ente rliscernimtmto )). E in Jala 4 gennaio 1923 aggiungeva: « Postscrip, rum: Stalin è trop/>o b,uwle, e questo difetto, perfeuamente sopporwbile nelle relazioni tra di noi comu,1is1i, diventa insopportabile nel posto di Segrewrio Ge11eraledel partito,i In co11segucnz(I,protJongo che i compagni trovino un meuo per allontanare Stalin da quel posto, sost1'tuemlolOcon un altro uomo che 5Ìa diverso ria lui i,, meglio, e partico. larmente che sfo piiì /JIIZiente, tJÌIÌ leale, più cor1ese, viii atleti/o all'opinione dei com– pagni, meno capriccioso ecc, », Successivamente, sollo la data del 5 mano 1923, aggiuugeva una nota assai vigorosa, nella quale annunciava di voler rompere « ogni contatto persom1le cori St11Un », e il giorno 6Cgucnte scriveva una lettera ai comunisti georgiani Makharadr.e e l\ldivani, assicurando loro il suo appoggio nella lolla conlro Stalin, e affermando di essere « riuoltato dall'ar, rogam:a di Ordgio,u'kidze e dalla connivenza di Swlin e di Dzierzinski >), da: C.I.A.D., Roma 20 marzo 1953. 101

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