Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

Questi nuovi padroni russi sono negli. Stati Uniti, l'equivalente dei vecchi padroni che l'Autorità. esercitano - politici e tecnici associati - fuori dell'impero russo. V'è nelle repubbliche cosidette « socialiste » della Russia una comli– :ione sociale analoga a quella che si ritrova - identica sotto le più dispa– rate forme giurkliche - nella repubblica clericale italiana o in quella nordamericana e negli Stati mo,wrchici del Belgio o clella Gran Bretagna, in tutti i paesi cosidetti (( capitalistici». E l'analogia è tanto forte che travalica le di.fferen:e di clettaglio. Non ha alcun valore istituire confronti di dettaglio. Che l'operaio degli Stati Uniti goda di un benessere mate– riale maggiore di quello russo ha lo stesso valore della. di.ieren:a d'ugual seruo che lo disiingue dall'operaio italiano: nulla più. Unica distinzione che per ora sovrasta: la permanen:a della dittatura, che è una forma. troppo cruda di eserci:io del potere. Forse i nuovi capi hanno capito che è anacronistica - ed anche inutile 'Ormai per loro. Può darsi che essi intendano farla lent.amente cessare: il che d'altra parte sa• rebbe agevole sen:a alcun cambiamento fÒrmale, poichè la Costit11:ione sovietica è, quanto quella italiana, inzeppata di belle norme a difesa del cittadino. Con Stalin uompare cli fauo in Russia, nello stesso momento, Robe– spierre e Napoleone. E non c'è in vista nessuna Restaura:ioue. Appare quindi che la stabiliz:a:ione democratica dell'Impero sarebbe nell'interesse dei nuovi paclroni. E la .stabili::azio,ie significherà c.ssen:.ialmentc: ricono• scere le affinità con i regimi capitalistici, spostare sul piano e/ella concor– renza commerciale le contese con l'America e l'Europa, pur seguitamlo la «penetrazione» in, Asia, con i. met0<1igià n.oti o con altri meno crucli poco import.a, come più. co,ivcrrà. Forse siamo troppo ottimisti. Ma il fatto che ormai in Russia non v'è pirì.un solo padro,ie, ma mi:i gruppi chiaramente « padroni » comf' altrove, fa apparire fatale che essi finiscano per inte,ulersi co,i i loro pllri, alle .spalle dei risr>ettivi popoli, contro i rispettivi popoli. Non certo interu:liamo con ciò rimpiangere la gw!rrll, dire che fo guerra contro la Russia ci voleva, che sarebbe stata la benefica crociata di cui par• /ano i pa::i o gli idioti in America ed altrove. Anzi: qualunque cosa è me– glio della guerra. Oggi, in questo clima di barbarie be,westita, con gli scienziati al servi::io d'un rinascente uomo delle caverne, vogliamo mf'ttere in chiara evidenza che l'intesa tra Mosca e Washington non .sarà mai fotta ncll'i11tere.ssedei popoli. I padroni finiranno per intemlersi, per trovar m0</i di 1< coesistenza » nel mondo dividendosene il dominio con le nfere di influen:a », secondo i metodi già. u.sati a Potsdam, e ad Yalta dal « democratico » Roosevelt. in trnttativa col «democratico» Stalin. La guerra è l'unica alternativa concretamente possibile dei rapporti - clominanti la scena politica - tra l'imr>ero di Mosca e quello di Washing– ton, .1e i loro reggitori non trovano vie di competizioni pacifiche. Ecl Eise- ]()()

RkJQdWJsaXNoZXIy