Volontà - anno VII - n.3 - 15 aprile 1953

Giornali conservatori come il « Afomi11,g Post. » e il « Daily Ex– press )) 7 per nulla fa\'orevoli ai « ros– si >) denunceranno quest'atto <li b:1r– barie; il corrispondente del «'l'imes» fece un report:i.ge orripilante. Un di– battito ebbe luogo alla. Camera. dei Comuni. li Pa1,a protestò, ma con discrezione - si lrattava di una po– polazione cattolica - franco diede una smentila redatta in modo che egli riconosce\'a indirettamente la colpe,•olezza dcll'a,•iazionc tedesca. Jnvilalo 1< energicamente >> a cor– reggersi, egli aveva rifìut:1to. Non restavano più che le grandi menzo– gne: è pro,•a10, da documenti, che la citti1 è ::.lala distrutta dai bolsce– vichi. Quando si avvicina la fine della guerra, le discussioni si fanno più as1,re trn l':unb:1sciatore tedesco e i ministri di Franco, e Franco stesso. Gli è che si tralla cli regolare chia– rissimamente e con tutla franchezza i diritti delle miniere della Germa– nia. 11 governo spagnolo promette una nuova legge che darebbe piena soddisfozione. Soltanto che il proget• to non viene comunicato. L'amba– sciatore chiede udienza a Franco. Lo si fa ricevere dal ministro aggiunto degli Affari esteri. L'ambascintore si irrita. li ministro lo rice,•c, si scu– sa, ma continua a sottrarsi. « Non è d'uso che il governo faccia conosce– re una legf;e prima· che essa sia defi– nitivamente adottata, firmata e pub– blicata ... Non è conveniente che uno Stato sovrano si procuri in qualche maniera, l'autorizzazione di tutti i governi amici prima di pubblicare una legge». La Russia si era prestata, come lutte le altre potenze, alla farsa del Comitato Centrale di non-interven– to. Nei documenti qui pubblicati, non se ne trovano che due, sono dei rapporti inviati da Mosca dal.l'am– basciatore Schulenburg. Il 1>rimo in data del 20 giugno-1938 nota il mu– tamento che si sta producendo nella stampa. Fin qui, essa presentava le cose sotto un aspetto favorevole, quel <1uanto possibile, ai rossi. Ma il 17 giugno, le « lzvest.ia », hanno pub– blicato un articolo del loro corri– spondente, Tlya Ehrenburg, che ammette subito che la situazione si è fotta seria per il governo di Valen– za. Esso parla a lungo dei ,e falao– gis1i » che egli considera come i <cpa– trioti spagnoli dell'altro lato della trincea >1, e dichiara. che « il loro at– le/!giamcnto potri1 (arsi intercssnnte per lo sviluppo politico futuro della S1,agna >). A leggere <1ncstc informa– zioni della stampa, si ha l'irupres– sione che i Soviets credano a un'in– tesa possibile tra i falangisti e le fra– zioni del 1>artito rosso s1>agnolo. Il cconclo riporta delle dichiarazioni fatte da Litvinov all'ambnsciatore francese Cou.lOnclre e che costui gli ha riportato. ccAl principio della guerra, Stalin e il Politburo si erano mostrati risen 1 ati. Ciò non è stato che su istanza dei partiti comunisti esteri, e specialmente dei comunisti [ranccsi, che il Cremlino si senli ob– bligato nd aiutare la Spagna Rossa ... Dal punto di vista della politica so– vietica, Litvinov stimava che il me– glio era di rilirarsi dall'avventura spagnola senza troppo grandi perdi– te. Sotto certi as1>cttie prima di tut– to a condizione che « la Spagna sia degli spagnoli », Litvinov, sembra, (osse dis1>osto ad accontentarsi di un accordo tra i due partiti spagnoli ». equivale all'ainlo che i russi hanno 133

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