Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

tuli t? 11011 sulht semplice volontà del J>Olcre. La dimostrazione di Silone è abba– Slanzu curiosa: comprende due se– rie di ragionamenti. Da una parte e– gli vuole provar~ che la divisione p.icifica delle leve di comando è pos– sibile tra la Chiesa e lo Stato ed a questo proposito cita l'esempio del– la Chiesa protestante: << Malgrado la comune fede nella trascetulenza e nella rivela:::.ione, il prole$tantesimo, ad esempio, ,ion ca– de nell'errore confessio11alistico, e ciò per l'esigenza di libero esame che è nelle sue origini e che ·vi si. man– tiene a11cort1assai vivace, quasi o– umque ». D"altra parte si sforza di confuta– re l'argomento secondo il qua]e lo Stato totalitario sarebbe identico al– lo Stato con(essionalc - il marxi– smo-staliniano, per es., non costi– tuisce per Sifone una religione mo– derna, una « nuova fede » tanto più fanatica e conquistatrice per il fatto che è nuova: «: E" proprio 11ecessorio ricordare che uria subortlinazionc dello Stal-0 russo al partito comunista esisteva solo nei primi anni dopo la rivolu– zione del '17? In seguito, e assai ra– pidamente, come dovrebbe es.,ere a tutt.i ben noto, il partito comum.1ta rus.,o divenne esso stes.,o uno stru– mento a disposi.:ione ,lello Stato. Co– .~ì l'impero sovietico s.i regge attual– mente sopra l' equilibrio instabile <lei vertici di vari apparati: i diri– genti dell'esercito, della polizia, dei di.casteri governativi, del partito, dell" economia. Le brusche svolte del– la politica russa maturano unica– mente nel segreto di quei ristretti rapporti oligarchici: come ogni dit– tatura, essa realizza l'auto,wmia del- l°f'sPcutivo, lu su(l <1ssolutaiudi,1,en– den:.a da ogni istanza legislativa, si" stnwle che di p11rtito ». Ecco due argomenti molto (ragili, almeno J>er noi. Innanzitutto, per quello che concerne il protestantesi– mo, si può mettere in dubbio che esso abbia all'origine avuto un aig:ni– ficato di non-intervento dello spiri. tuale sul temporaJc, e della loro re– ciproca indipendenza. A] contrario, esso è apparso spesso, (e Silonc non pub ignorarlo) come una rcazion_c .di fronte al ri]assamcnlo delle costru1O– oi morali e dei legami socia]i tradi– zionalmente santificati cla1la Chie,;a; ha incominciato con una lotta contro l' indulgenza, I' indulgenza 1>ura e semp]icc e gli indulgenti; è stato una protcsLa contro J'indifferenza, conlro J'adattamento de1le Chiese ronuuw « paganizzate». leJla maggior par– te dei casi comporta\"a 1'a1>p1icazio– ne rigorosa del principio: «tale prin– cipio, tale fede»; ed ha conferito, specialmente sotto ]a sua forma cal– vinis1a, dei diritti eosì esorbitanti al potere spiritua1e che questo non ha più avuto Jimiti nè nelle tradizioni po1itiche, nè ne] diritto abitudina– rio, nè nel rispetto della vita privala. I tentativi rivoluzionari degli estre– misti deHa riforma erano deJJe vere teocrazie profetiche e conquistatrici. alla maniera biblica, e da nessuna parie il libero esame. così caro ad Erasmo ed a Castellion, era più op– presso che fra i protestanti ad ecce• zione. forse, sotto il potere cesareo– papisla di un Enrico VIII o di una Elisabetta. Si può affermare, senza cadere ne1 paradosso, che la contro-riforma e l'Inquisizione non fecero sotto diver• si riguardi, che adottare e generaliz. 59

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