Volontà - anno VII - n.1-2 - 1 marzo 1953

narc un indirizzo t>reciso J>toprio nel movimento, nè personalmente così inRuenl i da mutare le caratte– ristiche dell'anarchismo. Ma esiste– vano. Alcuni del resto, nell'intimi– tà, lo dicevano: stiamo con ,•oi per– chè i,icte quelJi con cui meglio pos– ..:iamo andare d'accordo, perchè tut– ti gli altri partiti ci soddisfano me– no, ma certi vostri « sogni ,. non ci persuadono ..•. Queste tendenze malsane, derivo.te in grau parte da una o:: letteratura dnllf' apparenze ribelli ma in fondo corrnllrice e schiava di tutte le ma– le passioni borghesi • - come ben la definiv11- Malatesta, - non e– rano a\•,•ertile come tali nè da co– loro che le accettavano nè da molti di quelJi che le avversavano <Jtutsi unicamente J>er ragioni d'opportu– nità e di tattica. Uno dei pochi ehe \•idero come esse implicassero uµa essenziale questione di principio, e ne denunciò più es1>licitame11te il la– to fondamentalmente antianarchico dal punto di vista sia morale che polilico fu Malatesta. Ma i più, pur consentendo con lui in linea gene– rale, non dettero molta im1)or1an• 1.a all'argomenlo. ~è i residui d'una mentalità auto• ritaria numcavano di farsi sentire in h1euo agli anarchici, pur fuori del sindacalismo e deJl'indl\,idualismo, nelle unioni ed organi:r.zazioni s1Je• cificamente anarchiche. Ogni tanto, nei congressi, nei giornali, nellf' di– <:cnssioni dei gruppi, qualche com• pagno sorgeva, col proposito di rcn– df'rc 1>iì1falliva l'organizzazione, a ,,roporre misure interne obLligato– ric, accentramento di funzioni, orga– ni unici di partito, comitati che im- 1•artissero ordini, ecc. Naturahnen– tt; il buon senso della grande mag- gioranza faceva giustizia cli queste proposle, seppellendole sotto un eo-. ro di disapprovazione; ma esse non erano meno un indice del persiste– re di tendenze autoritarie anche in coloro che pii, combattevano l'auto– ritarisn10 altrui . Tutti questi, prima 'del 1914, era– no oèi quasi ionvertiti dai più. Quelli degli annchici che li rivela– vano quasi quasi eran considerati de' noiosi brontoloni e perditempo. Le deviazioni, <Juaodo deviazioni ve– re e proprie ti ebbero, furono cosa paS&eggcra o limitata a piccole mi– noranze senu importanza. Ciò, per– chè la preoccu1,azione rivoluzionaria. finiva sempre per sanare o far porre da un canto tuUe le difTerenu d'al– tro genere. Ma la guerra, con tutte le sue con– seguenze, ha fatto giungere rapida– mente tutti i nodi al pettine. L'interventismo, per il primo, mi• se in luce la insufficienza del senti– mento di liberti, in quegli anurchici che si piegarono e, peggio ancora, pretesero che tutto un popolo ti pie– gasse sott.o l'autorità più assoluta del– lo Stato mi.litare, con la ri.uuncia a tutte le libertà, compresa quelJa di vivere, con l'illusione che 1a difosa degli stati sedicenti democratici si– gnificasse difesa del principio d.i li– bertà. E, subito dopo la bruerra, sot,. to l'influenza inebbriante della ri– voluzione russa, il bolscevismo con le sue infatuazioni dittatoriali, tra– scinò altri a sacrificare in nome del– la rivoluzione, ed al trionfo appa• rente di questa, lo scovo essenziale della liberlà senza del quale ogni rivoluzione è parola '-"UOtadi senso e non si distingue dalla reazione che 37

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