Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

burocrazia, quella degli organizzatori. Anche sul terreno poliLico riescì ad im1,cdire che il movimento socialista acquistasse 1ro1lpa forza coll'opporgli il movimento cl~ricale, giocando di e,1uilihrio (ra il diavolo e l'accrua santa. Al movimento O!lCraio (u lasciata elasticitì1 d.i esperienze legali. Ncs– smrn nuova legislazione fu necessaria. Seo1>rirono che i.I diritto di associa– zione era implicito nello Statuto Albertino (guarda chi si vede!). Nè ri– conoscimento, nè disconoscimento giuridico. Giolitti al Senato parlò dc)Ja organizzazione operaia come di una vah•ola di sicurezza contro i pericoli rivolu:,;ionari. Le leghe (o sindacati, come cominciarono ad essere chiamati) potettero vivere e crescere \il un'atmosfera di libertà esteriore. Il movimento 01>craio dilagò. Era la grande novità del giorno. Con– forcnze, contraddittori, comizi, manifestazioni, cortei, entusiasmi, speranze, che oltrepassavano di molto le realiz:,;a:,;ioni immediate. Gli scioperi si suc– cedevano agli scioperi. Si è detto che la scioperOmania fu la causa ciel fascismo in Italia dopo la 1>rima guerra mondiale. Bubbole! Se questo fosse vero, avremmo avuto i1 fascismo venti anni prima, quando non ci fo categoria di operai che non risolvesse i suoi 1)roblemi di salario, orario, igiene del lavoro, regolamenti interni di fabbrica. ecc. con lo sciopero o col boicottaggio. Fu solo nel 1920 che Giolitti, 1>er domare un movimento operaio che egli non poteva più arginare, ricorse al manganello fascista. Dentro i limiti del sistema capiraUsta, e dati i massacranti abusi pa– dronali del passato, gli orari più umani, i salari migliori, le condizioni igie– niche più decenti, non erano polvere negli occhi. In quegli anni vi fu in Italia un grande progresso in tutti i settori della vita economica, cd è noto che gli scioperi pullulano precisamente nei periodi di espansione, quando vi è crescente richiesta di lavoro, mentre sono sconfitti o diventano impos– sibili quando vi è depressione e disoccupazione. Non solo ]a prosperità per– metteva agli 01>erai di strappare miglioramenti effettivi ed elevare così il 1oro tenore di vita, ma la resistenza operaia stimolava il capitale verso si– Slemi meno imperfetti di produzione. Nelle condizioni di allora, la poli– tica di Giolitti fu veramente la migliore per un partito conservatore intel- ligente e non ShlJ)ido. ~ C'era, s'intende, il rovescio della medaglia. Le conquiste operaie creavano l'illusione che addizionandoSi esse al– l'infinito, gra:,;ie alla pressione continu_a delJe organizzazioni proletarie, la questione sociale potesse essere risolta riformisticamente. E ben presto ar– rivnrono i « disciplinatori li dall'alto, con la carta bollata e la legislazione sociale. Nel setlembre 1903 (u costituito l'Ufficio Superiore del Lavoro, di nomina regia; vi furono inclusi i socialisti Turati, Cabrini, Rcina e Verzi. Nell'inaugurazione, il sottosegretario all'Agricoltura, Fulci, recò il saluto del re. TI socialismo parlamentare e legalitario celebrò i suoi trionfi elettorali, nelle coalizioni dei cosi detti « J)arliti popolari li, pronuba la massoneria. An('he (lei nuovo re si diceva che fosse nrnssonc. L'cslrcma sinistra, Cece 69-1

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