Volontà - anno VI - n.12 - 31 gennaio 1953

A N T o L o G I A PRINCIPIO DI SECOLO f N SEGUITO all'allentato di Monza, ci aspettavamo una reazione come nel 1894 e nel 1898. Le cose andarono d.iversamente. Lo stesso Umberto, poche settimane prima che Bresci lo uccidesse, aveva dimostrato una certa esitazione, licenziando il generale Pelloux, portabandiera della politica reazionaria, e chiamando al governo un vecchio liberale, Saracco. Il nuo,•o re, Vittorio Emanuele UI, pensò, a quel che pare, che suo padre aveva raccolto tempesta dove aveva seminato vento, e che non era il caso di de– siderare una fine analoga. « Si avvicinò al popolo ». La reazione si im. boscò. Si fantasticò (vecchi trucchi savoiardi) di un Umberto vittima dei suoi ministri e di un « erede » in conflitto con ]a 1>olitica del padre. Nel dicembre del 1900 il prefetto di Genova, Garroni, in seguito a uno ~ciopero dei 1,ortuali, sciolse queUa Camera del Lavoro. Gli OJ>erai di Genova risposero con uno sciopero generale, che J>rodusse immensa im– pressione. Che avrebbe fatto iJ gov'erno? Andare a fondo nella reazione? l\folbre? Il ministero Saracco mollò. Lo scioglimento della Camera del La– voro venne revocato. Così finì l'anno 1900. E cominciò il 1901. Secolo nuovo! Passai la notte fra i due secoli nel bettolino di Borgo San Giacomo, ira amici vecchi e nuovi, sen•endoli e godendo con essi. Il secolo nuovo era mio. Possede\•o un tesoro: il tesoro dJ chi non è morto prima dei diciotto anni. Lo avrei scoperto solo <1uando iJ tem1>0 me l'avrebbe rubato con abuso di fiduci:1, giorno per giorno. E non c'è codice penale contro questo reato! Verso le ore piccole mi confusi colla folla che ancora impazzava nel centro deUa ci1ti1, e feci bottino coi mozziconi di candele, negli avanzi <lei palloncini 1>estia terra &a i coriandoli e le stelle filanti, povere lucci0)e morte di tanta festa multicolore. Mi giovai per lungo tempo di quei moz– ziconi nella mia cuccia, dove Edison non era ancora arrivato. Con l'armo nuovo, un nuo\'O ministero fu formato, Zanardelli presi– dente del Consiglio, e Giolitti ministro degli Interni. Il primo, repubbli– cano quarant'anni prima. Il secondo (che per la morte di Zanardelli ri– mase solo), burocrate di gran fiuto, non aveva mai secondato )a politica della lotta aperta e violenta contro i « sovversivi ». Accusato di demagogia e compJicità coi sovversivi, dai vecchi arnesi di Crispi e di Pelloux, era persuaso che bisognava bsciar (are aUe « forze naturali ». Spera\'a di in– corporare il movimento operaio nelle istituzioni monarchiche e nella strut– tura economica borghese. Agli « eccessi " del movimento provvedeva colla 1•olizia e col favorire ne) movimento sindacale lo sviluppo di una nuova 693

RkJQdWJsaXNoZXIy