Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

Tiio come decreti inderogabili e fissi uè divini nè dello scienziato. Sono bensì l'espressione di una volonlù d'armonia e di costanza, e ,,i\,ono so– lo là dové' v'è questa volontà e dove ,•olonlà estranee e contrarie sono as– sen1 i o neutralizzale, come a,'V·icne spccialmenle e forse unicamente nei laboralori es1>erimcntali. Il progres– so della scienza e le sue continue c·orrczioni e rivoJuzioni vengono 1m– re spiegate non mcramCJlle come u– na questione di formulazioni clic si farebbero via ,,ia pili 1>rccise e com– prensive, ma come un effetto deUa presenza dei due principi contrari: s1>ecie dove, come nell'uomo, 1a me– la di costanza im1>lica equilibri e– strcmamcnlc \'arinti e complessi, o 1·O111e nella fìsic11 subatomica, do,•e le 1>articelle o f(Uanlità di <(nella che si chiama,•a una ,·olla la mate– ria sono così minime e se1>ara1e che <1uasi si può dire che abbiano perso la via. Quei fenomcn i della fisica nu– cleare 1>er cui le leggi della natura sembrano valere solo statisticaiuen– lc sarebbero infine una conforn111 del fouo che l'amor<' non c'è se non c'è chi si 1>ossa amare, d1e la re1e meglio si distingue <1uanto piì1 spes– se le maglie, e che la legge e l'e<1ui– librio a1>paiono <1uaute 1>ii1sono le f'OSClegale e ma,i:giorf' la for.r.a Cli• 11111la1h•a delle ,,olontà di equilibrio. Similmenle l'ordine morale di Il• nu societ:1 è il risultalo delle ,•olon1à di disrompimento. Dico con inlen– zione l'ordine morale di una socie1à e non l'ordine politico 1>erehè. se lei• to bene. il .e Ti10-1ch.kin~ • conslata l"esislenza dell'ordine politico, ma è ◄·hiaro che lo stinm come conlrario al Ti10 1 non fos!I("che là do,,e dice « il buon governo è ,1uello che non governa ». Ci sono 1>assaggi che so- 612 no stati in1erpre1a1i come un irwilo alle classi oppresse alla sottomissio– ne ed alla rassegnazione, ma s1>eria– u1O in altra occasione di poter di. mostrare che tale non era l'inten• zione di Lao-lze e che pure scriven• do in un 1>aesee in un tempo in cui era inconce1>ihile il parlare di rivo– luzione, pure mai J>rcstò a farsi in• tcrprete e difensore dell'ordine poli– lico esistente e a giustificare l'op– J>rcssione in nome della filosofia. Nessuno meglio di lui av,·erti cli<' le ,,ie degli uomini e della socielà so– no estranee a <1uella ideale che reg– ge l'unh·erso. Non si 1n1ò, neJlo spi– rito del TUo accettare s1ra1ificazioni o gerarchie sociali, che sono in ve. ro una carica1urn e una simuluzio– nc del Ti10, il tenlati"o cli f.tr pas– sare J>er ordine ideale l'ordirw ,•-i– Slentc, di dare a uua 1e1111>ora11ca villoria delle \'Olontà di disarmonia e di disrom1>imen10 il carallere e la permanenza della mela di costanza. Gli uomini non si distinguono assio– logicamenlc che a seconda del loro 1·ocCficic111edi adesione al Ti10, .r.i:1 nel processo di purificazione indi– ' iduale che in <1ucllo della loro ,,f. licicnza ll<'ll11~01·i,•ti'1f'hc li o..pita. Questo linguaggio di Lao-t:,.c e mio risuherà forse aslruso a taluni dei le1tori, e molto volenlieri (nella rh,ista o direttamcnlc) mi f)rCSlerò alle chiarilicar.ioni e spiegazioni. ne• <'essarie. Mi sembra illfotti <'he nes– sun pastore meglio di Lao-13" 1.os – ~a fornire all'anarf'hi~mo una ba~ filosofica ,,asta. solida e 1>rofonda. Dico una base filOilofìca e non una l<'oria. 1,erchè eiù <•he distingue l'n– rrnrchismo da ogni altra fede e mo– vimen10 sembr.1 a me il semplice fai. IO della ,,rcmincnza data all'icleale-

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