Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

in comune) non sembrano pila pos– .9-'•dcre il senso dell'eterno di cui il <Juadro storico che ci siamo fotto di altre epoche 1>are sia stato vasta– mente i1111>egnaloe nutrito, non è men VC['O che numerose ed eloquen– ti nel foro strazio sono oggi le "oci che ne gridano la necessità o ne la– mentano la mancanza. Non è men ,•ero che da segui vari e s1>arsi do– ,,unque i.I senso dell'eterno mostri la sua presenza come forza repressa nello stesso modo e coi medesimi risultati con cui viene repressa la libido degli 1>sicanalisti. L'uomo è un esistente-pensante, cd il pensiero e l'ansito metafisico non sono meno naturali e primor– diali in lui di <1uanto lo siano gli impulsi del.l'islinto. Una società che neghi al senso dell'eterno ogni ri– conoscimento, ogni coltivazione cd ogni soddisfozione, non (lUÒ per– tanto so1>primerlo 1 ma solo repri– merlo. Alle domande della metafi– sica: che cos'è il mondo? che cos'è l'uomo? perchè la morte? perrhè vh•iamo?, la scienza 1>uÒdare ceri e risposte od indicare l'iiupossihilità di rispondere, e la societit che sulla scienza si basa o pretende basarsi IHIÒ i1uporre, auspici un Bertr:md Russcll o i positivisti logici, che !"uomo 11011 si 1>ong:adelle donwndc inutili e senza senso. Ma lo sfor1,o continuo e rinnovato di non chil'– dcrsi domande e di ,fare a meno di risposte quando il bisogno n'è pro– fondo e semine lliit insistente non 1rnò ,,rodurre che con.Oitto, infeli– cità e disordine, tanto nelle psichi individuali come nella società in cui esse hanno rcs1>iro e movimen- 10. Così è nostra (erma convinzione che il subcosciente dell'uomo mo– ·derno è gravido di spirito re1lresso <i08 e compresso, :iltrell:mlo e forse J>iù che non lo sia di energia libidinale o di "olont:1 di potenza. Ora, negli ambienti che si dicono 1>rogressivi e rivoluzionari prevale una fobia dell'eterno e un'ossessio– ne del.l'antireligioso che dopo ((Uan– to abbiamo testè indicato sarebbe compito della psicanalisi il risoh-e– re e s1,icgarc. Qucsla fobia e quesla ossessione mostrano infatli le loro origini subcoscicn1i proprio uell'ac– canimento e nel puntiglio con cui si vuol dar loro base e vesti razio– nali, s1oriche o scientifiche. Noi non condividiamo le tetri vi– sioni apocali1tiche di un Huxley o di un Orwell, e non vogliamo dispe– rare dell'umanità pcrchè non dispe– riamo dello Sj)irito, che non c'è re– gime l~talitario o 1>oliziesco che lo possa soffocare. Tali regimi 1>assc– ranno, ma lo s1>irito non 1>asseri1, ,,crchè l'umano non l>llSsa. Non è forse un segno inconfondibile e, do- 1>0 tulio, confortanle, il vedere co– me ciò di cui quesli regimi hanno piì1 1>aurn, a cui muovono la guerra più spietata, non siano, come pre– tendono, avanzi o rivivesccnze del 1>assato, bensì l'incontrollabile, lo imprevedibile. l'inaspe11a10, tutto ciò che non ris1>ondc ai calcoli, ,,Ile 1>rel'isioni f' ai controlli dell'onni– scenza geo1,oli1ica o storica della lo– ro dialet1ica nrnterialis1a? E non è vero che lo spirilo si rilrO\'a ope– rante nei luoghi pii1 inaspellati, pro– ducendo alibis1i perfino nelle demo– crazie popolari, costringendo per– fino il Parlito comunisla che si pro– clama unico depositario dei destini della Storia, al controllo della M. V. J?· cd a purghe sopra purghe? C1it iu un Carlyle o in Michelet, e fìn dai primordi della rivoluzione

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