Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

induslrialc, si sono alzale lugubri 1•re,•isioni e condanne conlro la mec– canizzazione dell'uomo. Ma nè ncl– l'elà dell'acciaio nè in <11.1clla<lella bomba atomica si riuscirà a mate– rializzare l'uomo a lal 1mn10 che non rimanga in lui una favilla di s1>iri10, capace di tramularsi in in– cendio ad ogni istante così da ope– rare la tanto clesiderata redenzione. Nel Crattcm1)0, per <pianto irregi– mentati controllati conclizionati spia– ti, e a dis1>ctto dell'infatuazione e della compressione monolitica, gli uomini rim:mgono <1uello che sono, delle persone, che non si possono rnai del tutto nè amalgamare in grup– pi assolutamente omogenei, nè ce– mE'ntarc in masse. L'individuo è il cam1>0sempre fertile e pronto al ger– mogliare del seme dello s1>irito che porla in sè: e <1ucsto seme può ger– mogliare anche alla lettura d'un li– bro antichissimo <Jliale è il cc Ti10- 1ch-ki11g ,,. Nel « Ti,o-thc-king », come in al– lri libri relig"iosi dell'Oriente, non si parla di Dio. Vi si i-mrla del Ciclo, ma unita1ucnte alla Terra: c1uel cic– lo cliC"(se lo .~1udio etimologico-sc– matico di Max Miillcr su una paro– la sanskrila che corrisponde al cinese 1, Tào )) è corretto nella sua analisi e nelle sue conclusioni) JHtrrehbe og• getto nalurale di contem1>lazione tanto del saggio come dell'idiota, e quello che ha dato insieme l'idea cd il vastissimo csem1>io d'una Via armoniosamente e regolarmente per– corsa, a cui non è possibile che fug– gano le creature della terra <1uanclo Ja seguono il sole, la luna e le stelle. Nella filosofia aris1otelica e tomi– sta, come pure nel deismo del sette– cento, si adduce l'ordine perfotto dell'universo a provtt dell'esistenza di Dio. Ma il taoismo non è razio– cinante, non è così grossolanamente antrOJ)Omorfico e J)resuntuoso da de– clurre alln Voltaire l'esistenza di un Dio da quella de111universo allo stes• so modo in cui claH'esistenza di un orologio deduciamo quella cli un o– rologiaio. li taoismo nota l'esisten– za dell'ordine e lì si arresi.a. Non lo so11ome11e alla categoria aristo– telica o kantiana di causa e di e(. follo. Si basa sull'inluizione e non sulla ragione. L'cs1>erienza religio. sa e filosofica dell'Oecidcnte mostra trOJ>J)Ochiaramente come il passag– gio dall'intuizione alla ragione SÌ•· gnifica l'abbanclono della prima, ccl il 1>assaggio dall'ordine a Dio il ne– gligere l'ordine 1>erallrihuire a Dio le idee 1>ii1disordinale o le inten– zioni pii1 ovviamcnle ed odiosamen– te umane. Lao-lze parla ,IC"II' ordine o dclb Via con grande mnilt.;,; pii1 si co– nosce il Tao, dice, e meno se ne par– la. Questa sua rclicenza e lo spiri– to generale del suo libro ci dii moti– vo a pensare che il Ti10 non sia cosa data, patente e J>erfotta com'è l'or– dine dell'universo per quelli che lo dicono rc110 da Dio. La concezione di Lao-tzc ci sembra piullosto vi– cina a <111elladi San1ayana, secondo il <pialc l'ordine dell'universo esiste– soltanto nella ,,0Jon1à e nella natura d'ogni cosa csistcn1e. Vi risulta in quanto og11una di esse vuole qucslo ordine :mzichè tendere a vivere se– paratamcnlc e come un assoluto. Quest'ordine d'altronde non è rigi• damculc s1abilc, ma approssimalivo. ben lungi dalla pcrCezione delle co– se arehilettate cd immote, tuttavia è il solo reale, il solo che assicuri per ogni singola cosa il suo essere nel

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