Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

]o ha scrillo. Chi gi~1allo s1►irito non si arrende, chi non l'attc1de e so– pratutto chi già crede di possederlo, non troverà nel ,, Tiio-1eh-king » che assurditi1 1 1n1crilità e frasi senza sen– so. Così pure ch·i invece dei pensieri che vi sono es1>rcssi avri1 gli occhi all'uso possibile di questi pensieri, vi potri1 leggere una mostruosa con– gerie d'insanabile primi1ivismo, di subdolo toq>ore e di consigli sini– stramente reazionari. Ch'en-Tu-hsin, per esempio, uno dei padri e fonda– tori del partito comunista cinese, ha dello che il taoismo con la nella posizione antimondana ha l)araliz– zato per secoli le energie della Cina, ed ha avuto tacile gioco nell'attac– carne il misticismo e le su1>crs1izioni nel no1ue <lella scienza. Ma Ch'cn– Tu-hsin, si noti, è <ptcl medesimo che scrÌ\·eva nel 1921: 1< l.,"miarcl1i– s1110 che pre,lomina oro in me:;::o lii• ltt nosrra gi.oventù nou è del t111to wi vrodotto ,lell'Occide,ae. In ultima mtalisi non è alrro che 1111,1 ri,wscila del 110s1rotaoismo. È ,ma varietà ci- 1wse dcll'mwrchismo )} Bcnjamin J. Schwarlz, a cui dobbiamo <111esta ci– tazione I osserva che nel <leprccarc con tanta animosità il taoismo deg]i anarchici cinesi il caro Ch'en-Tu– hsiu non si rendeva conto che (< la su<i f}rOf}rill facile acceua::io,ie tiella credenza in mw élite benevole11t.c non era. forse proprio altro clte 1111 riflesso dell!i,iflueu:;a di. quella tra• dizio11e co11fucimw che egli aveva così enfaticamente ripudiata », di <1uella lradizione coufuciana che per gli stessi moti,•i probabilmente al• trasse la simpatia, come abbiamo vi– sto, del « fascisla » Ezra Pound. 1 Cliinc>le Communism ami 1l1e rise or Mao, J)aF,,33. La Chiesa Cattolica, come del re• sto anche il diacono rosso di Can– terbury, possono piegare il messag– gio evangelico a lnlli i fini 1)iì1luri– di e J>ÌÌ1 reazionari che vogliono: .sarebbe però non solo ingiusto, ma pure antistorico, il presumere che fini luridi e reazionari furono nella mente di <1ucgli che morì sul Gol– gota. Così ancl1e nel VangeJo, ispi– rato al senso dcll'clerno com'è chia– nnnentc CSJ)rcsso nella dichiarazio– ne « fl mio regno 11011 è di questo– mondo >}, si può rilrovarc <1ucllo spirito da cui ogni bontà scaturisce, qnello spirito che, se bene si com– prende, si vedrà essere <1uan10di sa– no e di buono ancora regge <Juei me• dcsimi che pii'., se ne dicono allonta. nati e se ne proclamano acerrimi ne– mici. Apriremo quindi le pagine del «Tào-teh-Kingn non per confolarc o– rivulizzurc col Vangelo, coi testi brn– manici, buddisti o di Confucio, ma pcrchè lo spirito può entrare da tulle le fineslrc, e l'a1lTirnc una inu• sitata può recarci <1uel henc che non 1>uò venirci da altre per varie– ragioni tenute chiuse. Il senso dell'eterno è da moli i ne– gato o relegalo ad un passato irre– vocabile. Son <1ue1li che con gli oc– chi fissi unicamen1.e sugli avvcni– mctlli politici, e cioè sulla malvagi1ì1 e sull'orgoglio umano, vedono le gioie dcll'mnanitl, solo in lermini di agi e di lussi, e le sue sofferenze solo in termini astratti di statisti– che. Quando si hasauo su un'espe– rienza diretta di sofferenze, è solo per 1rarnc motivo di dis1>crazionc o cli vendetta. Ma se è vero che le per– sone annegate nelle masse, conside– rate cioè come numero (e 1o spiri– to ed il numero non hanno nulla 6•17

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