Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

PAUL ELUARD (11195-1952) NON C'È STATA UNA NOTA discordante nel concerto di rimpianti che ha accolto il 18 novembre scorso la morte di Eluard. Come ha detto Mauriac, egli era la poesia stessa J)Cr I utta la sua generazione, e non solo per la sua ma per tutti coloro che, improvvisamente ad una svolta della loro vita, ave\'ano riconosciuto nei suoi poemi la loro si.essa !iperanza, ave– vano sentito battere quel cuore che rifiuta il peso del mondo. « <W. crible de lt1,vie /uir. passer le ciel (Jllr >> « al crivello della vita fa pmJsare il cielo puro». Nato all'ombra di una basilica rosa e grigia dove ri1)osarono i re di Francia, vicino ad una cam1>agna « sudicia e stupida », Eluard ebbe come prima 1>atria la nebbia cd ,il Cumo della banliuc nord, il trisle canale del– l'Ourcq, color ruggine, prima di conoscere il sanatorio in Svizzera. Queste prove gli saldarono addosso l'amore deUa vita: le fis un /eu, l'a:;ur m'<iycmt.abamlomtè, Feci un fuoco, l'azzurro avendomi abbandonalo, Un /eu pour étre son ami ... Un fuoco per essere il suo amico le lui dounè ce qm! le jour m.'tu;(lit. do,wè: Gli diedi ciò ehc il giorno 111i aveva ,Iato ... f.,es nids et. leurs oiseaux, Ics maisons et le11rcles .. •.. I nidi ed i loro uccelli, le case e le loro chiavi ... Dal surrealista ... Il giovane solitario si faceva una messe di amici: Paulhan, Breton, Soupau.lt, Aragon, Tzara, riuniti tra i « fantasmi )1 di Raffaello e di Do– stoievski in un <1uadro famoso di Max Ernst. Era la grande fratellanza sur- 5H2

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