Volontà - anno VI - n.10-11 - 15 dicembre 1952

abbiamo detto quel.lo che la PCA (Commissione Pontificia di Assi– stcm:a) era riuscita a fare nel suo foudo a Roma. Ora la stessa PCA ha avuto nelle sue mani l'assis1enza dei giovani di lutta Italia. Nessuna Colonia di vacanza riesce quasi pili a funzionare se non è sot– to il suo controllo. (Nel 1951 ed anche nel corso di quest'estate, si chiusero colonie nel mezzogiorno di Italia cd altrove con banali pretesti 1ua in realtà 1>erchè si temeva che fossero sotto la direzione del P.C. Forse lo erano veramente, ma vor– rcnm.10 chiedere: e' è in Italia una legge che im1>edisca al PC o a un <1ualsiasi altro partito di avere 1>ro– prie colonie di ragazzi?). C't· stata la fine di Nomadclfia, il villaggio della fratcrni1à, dislrul– to d'un eol110 da un decreto del S. Uffizio. Anche in <1ues1'oceasionc il cardinale Schuster. con una sua Pa– storale/ porlò l'ultimo colpo a No– nu1delfia. ri1>ctento cosi, a distanza di secoli. un gesto eh .. è ricordato 11ell11 storia proprio come 111111 gran– de ,·crgoe'lia. · lnrnn10 la PCA rice,,c,,a nel giu. gno scorso dal Governo i1nlin110 1111• to l'ex 1,11trimonio della GlL (Gio– ,,cnlii T1ali:ma del Littorio), un pn• lrimonio che au11nonla a miliardi e in ,1nesto modo dh·enta,,a ))adrorrn di tu11c le Colonie di ,•acanze e as– sistenziali. dei patrorrnti scolastici ccc. CC('. Etf iJ Go,·erno, mcnlrc tie– ne 1>er sè gli oneri maggiori di 'Tll"• st'i1111)rc~a, non si preoccup:i che i criteri con cui la PCA gestisce le 1111e colonie. oltrechè ntl l'11SC-rt' "OII• 1 1< /, 0 /11,liu ~. 22-5-1952, ri11rodm•c iter intt'ro la Pa•tor::ile di S.·hus1cr. fessionali siano più commerciali che cducath,i. Mooopolio delle eeuole· Pcrchè l' asservimento della gio. ,·cutl1 alla Chiesa sia completo. de– ve incominciare " de,·e farsi nella scuola. La presenza di ministri cattolici al mini.siero della P. 1. non ha solo conferito 1>otere alla scuola libera (ciOC dei Jlreti) ma ha lasciato depe– rire la scuola pubblica. li governo bl'n poco ha fatto per ricostruire edifici dislrutti dalla guerra, per crearne l:'1dove manca– \'Uno, per riporturc alla sun norma– litì, il 'fum:ion:uncnlo della scuoi:,. Così, mentre nella scuola 1mbblica– gli orari erano ridotti, per la scar– siti"1di locali, e le condizioni pessi– me. la scuola privata fonziona,·a in condizioni migliori cercando di ac– ca1,arrarsi il maggior m1111ero di SCO· lari. Inoltre 1u11i conoscono le faci– litazioni che gli studenti tro,•ni10 in simili scuole: ed è anche qu!'sta una ilelle ragioni im1>ortanti ciel suo suc– cesso. 1 cll'uhiruo anoo, solo :1Roma, fu. rono SOflJHCSSf' 800 classi s1atali, 1·01111>rcse sc11c intl'ri corsi magistra– li, mentre le purifieazioni di scuo- 11'.' private O\'IIIHfllC non si contano 1,ii1 (il rallflOrto d"lln scuola priva. ta nei confronli di quella 1rnhblica pare sia del 72 11er cento). E si so cht· quasi tutte le scuole 11ri,•a1e souo n!'lle mani d"i ~cti dt•llf' ,.uorf' e dei frati. Se si considera poi che nelle scuo– le pubbliche (" obbligatorio l'inse– gnamento religioso; clic in ccrle :-cuolc, per I' in.sislcnza delle Curie 571

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