Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

va Saint-Simon è Fourier. nonos1an– t1• le sue proteste. Un nonw di sin– dacalista prudoniano è Fernand Pel– loutier. Uguaglianza: è un nome che ha lanciato Rousseau soffiando\'·i la po– tenza misteriosa della sua elo<1uen– za; entra nel vocabolario politico della rivoluzione; è raccolto da Ba– beu( che ne [a l'idea conduurice della cospiraziouc degli Uguali, alla fine del Direuorio, nel 1796. Ba– beu( l'antenato del socialismo rivo– luzionario di Carlo Marx. Proudhon riprende questa parola, ne estende il suo significato, chiedendo che al– l'uguaglianza morale fosse aggiunta J'uwuaglianza economica: tutte le fun°zioni utili sono uguali, egli di– ceva, pcrchè tutti i servizi che essi· rendono sono ugualmente utili. U– guale retribuzione. Un fabbro va– le un carpentiere; un calcolatore va– le un minatore; un economista vale un fornaio. Tuttavia ammetteva una particolare eccezione: non ugua– glianza economica tra uomini e don– ne, tra uomini e donne c' è ugua– glianza morale e nient'altro. Prou– dhon vole,,a che la donna restasse in casa, fosse SOJ)ratutto la madre e la compagna: egli avrebbe vo– luto che abbandonasse la fabbrica, non essendo fatta per i duri lavori dell'industria. La donna a casa, era la sua divisa ed era anche quella di Auiusto Comte. Sainte-Beuve. nella così lucida bio– grafia cl1e gli ha dedicato, 2 ha tro– vato eccessiva questa concezione dell'uguaglianza: come non tenere conto delle differenze di inteHigen– za, di cultura, di abilità! C'è qual- 2 Non arriva che al 1848 m:1 è sta1:1 com• plet:ata da D:aniel Halévy. 502 che chimera che Sain1e-H1•tffe spiega con la corwiuzione che ,wc,·a Pron– dhou1 che l 1uguagliauza delle con– dizioni finirebbe per livellare le in– telligenze. Non avrebbe, insomma che anticipato un avvenimento. l\la. con l'aiuto dell'esperienza, Prou– dhon fini per ammettere inugua– glianze nelle facoltà e nelle attitu– dini, partendo da inuguaglianze di retribuzione. · Proudhon temeva la costituzione di una élite erroneamente superio– re, che, con la pretesa dell'intelli– genza o del talento, opprimerebbe ha moltitudine di lavoratori. Al teinpo del romanticismo si aveva una con– cezione molto particolare del genio: gli sf concedevano tutti i diritti, tut- 1 i i 1>rivilegi. In realtà pullulavano. allora una moltitudine di pretesi ge– ni, t)oeti-messia, riformatori-messia, dei quali la pretenzione e sopratut– to la sicurezza profetica irritavano moltissimo Proudhon ed anche Sain– tc-Beuve. Tn fondo Proudhon 1nen– deva praticamente posizione contro questa psicologia: ad un eccesso ri– spondeva con un altro eccesso. Proudhon ha elaborato il suo 1>en. siero nella linea di Descartes, con la volontà di (are predominare l'indi– viduo, senza però trascurare il fatto sociale: cercando sempre di creare un rapporto migliore tra individuo e società; è il meno autoritario dei socialisti francesi. L'uguaglianza, che abbandonata a se stessa potrebbe a lungo andare creare delle società stagnanti, ha ricevuto da Proudhon un lievito: la libertà della per.sona. In ogni uomo c'è un pensiero; que~ sto pensiero bisogna rispettare, e dargli il mezzo di manifestarsi, in– ,·ece di sottoporlo ad un11attività in

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