Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

cui dovrebbero riassorbirsi tutte le volontà individuali. t.:guaglianza e libertà", dunque giuslizia, pensava Proudhon, dun– que rispe110 degli uomini; predomi– nio del senso dell'umano nei con– rronti delle sette e dei partiti. Cia– scuno deve sentirsi uno e moltepli– ce. individuo e collettivitit. Questa formtÙa darà, forse, tutto il signi6cato a questo sforzo, ten• dente a conciliare il coJJettivo e l'in– di,·iduale: bisogna arrivare ad un regime taJe che ]a ragione colletti– ,·a consacri il di.ritto personale, in. \'ece di contraddir1o. o di costrin– gerlo. Proudhon, partigiano di un regi• me ,•erso la pace ed il lavoro, ha accompagnato di formule ammire,'o– li le idee aUe quali si è subordina– to nella sua vita pratica: onesto, uo– mo (edele al.la parola data, di(enso– re del proletariato, scritlore rispet– toso di tutte le idee diCcse onore– volmente, inde(esso lavoratore che fino agli ultimi minuti del1a sua vi– ta, si sforzò di chiarire, a profitto di coloro che ave,•a chiamato suoi fratelli di miseria, il difficile proble– ma degli equilibri sociali: era ago– nizzante quando dettò ad uno dei suoi amici le ultime righe del suo libro sulla capacità delle classi la– voratrici. Fu umano tanto nella sua vita quanto nella sua opera. MAXIME LEROY • Ripubblid,fomo (da « Preur;e.f •• as,•sett., 1952} ,,ues,o sapgio (diKulibile) su P.• cuml'! indici'! dl'!Jlaripresa di sludi chi'! .,i va reali::ando nl'!I noslro mondo auorno a que- 110 ~naolore - ca111racldirorio cerro negli a1te11iamen1i, ma ri1al1llamente e concreta• mente anarcl,ico nel fondo, e i:erciò tanto attuale. FILOSOFIA AMMAESTRATA In Ruuia è ilato pubblicato, dalle Edizioni di Stato, la III edizione (1951) del o: Di– :ifmario Filo.,ofico », con una 1ira1ura di 1.200.000 copie, t un bel volume di 614 pagine, desiinuto alla o: forn1111.ionc della cultura• della gioventù univertitaria aovie1ie11. Chi ne sfogli le pagine, rileva curio1i1il veramente toccan1i. Il maggior filoaofo vi– vente, che come 1uui sanno ~ Stalin, ocrupa 15 colonne di stampa. Lenin, re1ro«uo a vice•IIIHSimo perchè è morto, gliene hHtano 10. l\larx e Engel1 6 e mena ciascuno. Hegcl 5 colonne. Platone e Socrate 1 ciatcuno. Spino:i:a 3 colonne. Oetcar1e.s 2 e mena, e l.eib11i1z 2, e 2 pure N"ewton. Democrito 2 colonne, Oiderol 3, Ilelvetiu1 2 e mena, Ilobhet idem. E. comp]emcmo d'una cosi iaggia doutura. aS&entiaddirittura dal dizio– nario 50110gente come (citiamo alla rinfusa) Pascal e Durckheim, Solovicv e Tomaso d"Aquino, Cous.in e Renan, Berdiaev e Montaignc, Croce e Jupen. Paulov, il grande fisiologo ruuo, ha 5 colonne: ma Pasteur è ignora10, E così via. Senza contare che Berg~on ha un breve articolo che comincia .- 8.. filo&o/o rea.:io– nario /rance&e :e e seguila &ullo ste,so tono fi~oaofico: Dewei idem, il dhi•ono ,i avvia con la defioizione o: D., /ilo&o/o sociologo e pedagogo rea:ionario american(I »: Rusael idem. il suo poco apnio è riempilo con una prHa di cui il principio evi1a la fatic•· della ltuura: 111 R., /ilo1a/o rea:ionario inslese •· Viale la p~n:a di commen1arc? 503

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