Volontà - anno VI - n.9 - 30 settembre 1952

t:crto che in simili circostanze non ~i può farlo con freddezza, chè cia- 1:cuno, nonostante i suoi propositi di rigorosa obiettività, vi mette più o meno le sue prçoccupazioni e le llclle J)rderenze. Proudhon è stato favorevole alla 1mrtccipazione dei suoi amici alle e– lezioni del 1852, mentre nel 1863 e– gli era per l'astensione. Le due 1>0- ~izioni hanno una loro ragione: i glossatori le danno mostrandosi fa– vorevoli a ((uelle dh•ergcnze 1,oli1i– •·h{·: ma r•er quanto giustificate pos– ~•uw es.sere per degli uomini di. i,lu– dio, lungi dal tempo in cui esse si produssero, queste ragioni es1>licati– "'' non impNlirono · che Proudlion figur11SM· agli occhi delle masse po– polari del tempo in un atteggiau1eu- 10 contradditorio, ciò che non era t-:1ggio per un uomo che avev.t figu– rnlo cou1e cupo del suo partito. per 1111 logico <•o-:ìsevero, per un con- 1rndditorc ideologico' dellll sua i-lu• tura. Proudhon, in,·ecchiando. a,·c,•a 1wrd11to parte del suo dogmatismo e dc11a sua rudezza. Questo volunw •·<' lo 111ostrn 1 in particolar modo. <1uun– do :abbandona 'qualched'uua delle sue idee anarchiche dell'inizio, evi– den1emcnte troppo semplici nei con• fronti delle eircoslanzc sociali sotto il rej!imc imperiale. TI suo auarchi• ~1110! che f'gli hn dt:'nominalo fodcra– lismo. l'hn avl'icinato. infine. in (1ua). ,-he punto alle forme di tato così eome questo è tradizionalmente com– llrcso. Notiamo questo perfoziona– mcnlo dottrinale con un grandissi– mo inlercsse, perchè è sopratutto CO• mc teorico federalista che Proudhon <'Onosccva in quel momento, una so– prav\•ivcnza che è necessario sottoli. ncare, senza pensare a trascurare lo ;;oo insieme del -,uo vensiero cl1e l'occa– sjone suggeriBCe di ricordare a gran– di tratti. Proudhou è uuu figuru originale tra tutti i teorici dell'economia po• litica e del socialismo; ha saputo a• nalizzare j misteri del dure e del– l'avere e costruire sul suo sapere c– conomjco un potente sis1ema socia– lista; egli è stato più di un uomo di numeri, più di un uomo di lotta. L'economislu Proudhon, ha stu– diato il lavoro come un fenomeno di rendimento, ma ancor più come un fenomeno che inlercssn,·a la )i. ber1ì1 e )a moralità di ogni 1101110 1 un cam1>0 che i così dclii economisti li. bcrali intendevano lusciarc alle di– spute dei lavor:itori e dei tlulori cli la,•oro. Pieno di morale, egli ha a(. fermato che lu comiidernzione del– l'umano. di t·iò <'hc c'è di piit par– li<'olarc e persona!" in ciascuno di noi, do,·e"a essere i1111a11zi1u1to ri– .:pct1a1a anche M' :uula,·a a danno (lel rendimento. Jn nome del prin. cipio di giustizia, l'azione dell'ope• raio ne11'offieina e (lei <'ontadino nel campo, (1nella del ci1111dinonel loro, debbono essere animate, guidate da {Juesto rispetto clic è il principio ('entrale della sua filosofia. Proudhon ha svilupp11l0 l'idea di ,!'iustizia, che è ul centro del suo pem-iero, cstesamcnlc. e in modo l)artico)are nel suo libro pii, ricco: f.,(l Justice clans fo Révolution et clans l' Eglise, opera potente, strana, dove il paradosso pii1 irnprevislo confina con le piÌI delicat<· analisi e• conomiche e morali, dove le dimo– struzioni diligentemente scientifiche seguono affermazioni iah•oha trop• po veementi e brutali. G. Cuy-Grand ne ha dato una inlcrprelazione mol-

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