Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

chiarazionc, la C.N.T. ru semJlre essenzialmente praticante dell'azione di– retta, e i suoi mili1anti, partigiani di una definizione ideologica anarchica, come crede diretta della Prima Jnternazionalc 1 • La C.N.T. si distingue anche dalla F. O. R. A. - pii1 specificamente anarchica della C.N.T. - per una 1uaggiore elasticità di metodi e perchè si dcdicn pii, permanentemente ai problemi di classe. Sopratutto per il suo spirito « ingenito verso il proselitismo e verso l'azione collettiva ». La F.O.R.A. J)UÒ affermare che ogni suo militante è un anarchico in atto o in potenza. Essa non as1,ira al numero. Preferisce restare « piccola », cioè ridolla in <1uantità di aderenti, pur di non ceder lerreno nel suo profondo, nel suo« llurismo », nelln sua intera finalità. La C.N.T. si sforza di pene– tr:1re capillarmente nel popolo per farlo suo: cd ,u1chc quando i suoi sin– dacati formicolavano di aJ.fj)iati, cercava di attrarne sempre di pili. Da ciò prO\'cngono gli scuotimenti intero.i della C.N.T. Nessuna meraviglia che la « massa mililante •• in enorme maggioranza rispetto agli anarchici veri e 1,ropri, sia slata, varie volte, materiale di base per manovre deviazioniste 1 Quc~•a dcd&ione 8i prc111lenel Congrcuo della • Comcdin 111, tenuto II MntlrM dal IO dicemhre 1919 in 1>0i. La que11ione di adorn1re una dichiarnione di principi n•cwa provocato 11rofo11dedi~u.Mioni. Molti mili1an1i ritenev11no che la C.N.T. dovcY• c:s• Aere Clt'.lu1ivamen1e sindanlitla, euen1,ialmcnte operaia, e con un caranere a1,er10 ai la,·oratori di lulle le lendente e teme,·ano che una dichiaratione di princi11i potesse danneggiare il lavoro di pr0Aeli1i1mo. Alcuni opinnano che un11 1ale dichiarnione im– plicaYa 8labilire un • scuari1mo ,. c5tranco ;il t"arattcre dcll'uio:ione sindacale. Nonosiantc la lunga diacuuione si adottò la acgueote ri1olu1.ionc: Il'. Al Congreuo: I 80llo&uilli delegati, lenendo conio che la 1enden1.a che 1i ma• nife111 con maggior fona in acno alle organiuazioni operaie di tutti i pae1i è quella che va ,·eno la con1ple1a e 1uolu1a libt-ra1ione dell'umanità 1111 piano morale, econo• mico e politico, e considerando che tale ohbiettivo non può euere raggiunto finchè la 1erra e gli 11ru111en1idi 11rodur.ione e di acambio non siano &0cialiuati e non •11arisca il potere assorbenlc dello 8lr110. propongono al Congrcuo che. in accordo con l'euenr.a dei postulati tlella I• l111ernnr.io11aledei Lnoratori, dichiari che il fine per..eguito dalla Confederar.ione Nnionale del Lavoro (C. .T.) di Spapia ~ il Comunismo Anarchico». - 1-~irmanoqucila dichiarar.ione: Jolè Cancia, Eu~bio Carbo, Saturnino Meca, Paulido Die:i, An1onio Judaro, Enrique Sallarey, Simon Pier.i:, Malco Marini, Enrique Aparicio, Diego Larrosa, Vicenle Barco, Emilio Chivìnello, Roman Cor1t:,, Mauro 8:1ja1ierra, el Comi1é Na1ional e altri deleAati (vedi • El Movimic,110 Obrero E1paiiol 1886-1926 » di Mi-mcl Hucnacasa. 30-I pp., 11rcfuionc di Max Nculau. Edilorc Costa, BarcclonL'I, 1928, pag, 105). - • El Movimicnto Libertario a lrL'1vc1dc los Congrc1<11 y Pieno, de la Co– media, Zaragoza, Valenda, Barcelona », 16 pp, Edicione, del M.L.E. en Francia. Tou– louse, 1945, pag. 4. - • La C.N.T. en la Revolucion Upaiiola •• J. Peirat1. Ed. del i\l.L.E., 400 pp., pag. S). Il Congreuo della Comedia ebbe luogo iD circostanze particolarmcnle difficili. Tuua l'azione repreuiva del paeu 1i era lanciata alla dis1ruzione della C.N.T. NonOiltmle ciò il Congreuo si •volse con la 1lresenza di •ISO delegali. Fu una ~fi,la al governo e alla borghesia. Era l'epoca del • piuoleri,mo ». Elcmc111i a~50ldati dalla claue dominante 1i de– dicavano alla uccia e all'auauinio dei militan1i, nelle s1ndc di Bar«llona. 340

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