Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

usata contro ogni pubblicazione sgradi1a agli uoruiui ciel Go\'erno (mcg]io, a chi tira loro i fili). La legge che limita il diritto al passa1>orlo per uscire d"halia, oggi varata come una piccola innocua riserva, si d.imostrerà slru– mento J)Oclcroso per limilare i movimcnli dei cittadini disuhbidienli al Governo. I programmi che la Consulta dei (edeli al Ministero dell'Educa– zione h~ preparato t)er le scuole medie, resJ>ingendu verso il chiuso della filosofia tomistica le menli dei giovani in formazione, sono il sintomo più recente del monlanle prepotere della Chiesa cattolica. E di <1ucsto prepo– tere cominciano le manifestazioni s.(acciate: da padre Lombardi che parla da Radio Vaticano o 1>er insultare Calosso o 1>erdare in1erpretazione cl.-t– t"orale ad una allocuzione del Papa - alla censura che l)rogrcssivamente estende i divieti ca.11olici sui film sui libri ~colastici in tutti i cam1>i del lavoro in1clle1tuale. fino all'c1>isodio ultimo del divieto OJ)J>Ostoad uu progettalo Co.!igresso a Roma della Associazione Internazionale di Stori3 delle Religioni a\'ente sede ad Amsterdam. 1 è v'è da illudersi che cambiando il Partito al llOtere cambi nulla della sostanza. I politici r•rofossionali son tutti ugunli. Sn1>1>iamoper es1>c– rienza che mercato hau fotto del loro 1,O1ere i vari l\'linistri social11cmo– cratici od altri tollerati finora al Governo per dargli la 1ustra della demo– crazia, e sappiamo che uso del Potere Carebbcro i coside1ti comunisti il giorno che potessero giungervi (la Cecoslovacchia, l'Ungheria. la sh.•ss.a Jugoslavia non son lc1.ioni sufficienti?) od i cosidetti liberali. Tutti par– lano di « rispetto dei valori umani ~, di « libertà della 1>ersona '"· ma il discorso è sempre mm truffa, chè i propositi son per tutti condensabili in uno solo: vogliamo comandare noi. Sul l)iano sociale - ciOC sul piano della vita popolare, ben distinto da quello della atti\'ilà dei politici e quindi del Governo e di tnlli i Po– teri Costituiti - la situazione parla con evidenza ancora maggiore. Un bel manifesto si potrebbe fare, e diffonderlo capillarmcnle in tutte le cittì, e villaggi d'Italia, con i numeri in cui le statistiche ufficiali - per <1uanto falsate dai riJie,,i inaccurali e dalle 1>resentazioni tenden– ziose - delìnis<'ono come vive i.I popolo italiano, al <1uale tutti pro1>inano di.scorsi di grandezza mentre gli manca perfino le condizioni materiali minime senza cui il pensiero viene so,•erchiato dalla rame. L'analisi recente d'un coraggio~o « indipendente » 1 (ma indipenden1e sul serio) ci dice inCalli: 1 - /l rc<ldiro metlio u11n11ule J>erabitante è staro nel 1951 di 186.000 lir1• per abitante: cioè se il reddito fosse u,1i/ormemellle disrribuito esso ri.sul– terebbe di circa 400 lire al giomo per persona, al netto delle tasse. Non occorrono commenti su una tale patente di miserabilità. Ma sì giova accennare che in Francia il reddito è 2 volte il nostro, è 2,5 volte in Belgio, 3 volte in Jnghiherra, 3,5 volte in Svizzera, 6 volte negli Stai i Uniti d' A– merica. 1 EaNl!5'10 Ross,, su • Il mondo». 294

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