Volontà - anno VI - n.6 - 15 maggio 1952

ma e/ella morule im.1,erativa ». Da <1uell'os...~rvazione il Papa ba preso lo spunto per dire, al solito: voi a– vete ragione di denunciare il bian– co, ma il bianco è nero e dovete crederlo perchè ve lo dico io, quin– di avete torto. E lo hanno applau– dito, al solito. Egli ha dissertato su ciò cl1e chia– ma << la nuova morale », la morale df'i giovani ansiosi di liberazione personale, la morale che egli defini– sce in molli modi tra cui il pili ef– ficace è « attualismo etico o morale (/p/fo, situazione». Essa « ,ron si bu– S<t affatto sulle leggi morali univer• sllli, come per esempio i dieci co– uumdamenti, ma sulle comlizioni e circostan:e reali e concrete in cui si deve <tgire e nel/e quali la coscien• :::tti11divid1w/e deve giu,licare e sce– gliere » - e 1>er quanto essa « non neghi in verità i concetti ed i prin– cipi morali generali ... li sposta dal centro verso la periferia »... « Può 11cc1ulereche spesso h, decisione del– fo. coscienztt vi corrispomlm), ma quei princi1>ì non son più allora le pre– messe da cui « la coscie11z11trae le logiche conseguenze md C(ISO parti– colare». Amd, « Al cemro si. trova » (in <1ues1a òuova morale) « il bene che bisogna attuare e co11senmre nel suo valore reale ed individu.ttle: per es. 11elcmnpo della fede il rapporto persolll1le che ci lega a Dio )i. Quin– cli (orrore) accade che «se tu coscien– za seri<miente formattt stabilisce che ... conduce piii vicirio a Dio ... l'ab• bandono della fe<lc cattolica, l'ade– sione ad un'altra confessione ... , il llono <li sè corporak e spirjtual~ tra gioooni ... » tutte queste 1< diven– terebbero manifesta:::io11ipermesse ». In conclusione, « si tratta di ,ma morale autonoma eminentemente in.• 308 llividuale, ttl difuori »... I) « della fede e dei principi cnttolici » e 2) « delle obbliga:io11i fondamenwli llellu legge morti/e». 11 diavolo, dun<1ue. Contro il diavolo il Papn ha sem– pre ammonito: « gli smarrimenii a cui co,u/u.co110siffatte definizioni ed ttmrno/limemi. dei doveri morali, qua/i sgorgarw 1wturalme1ue duJUI fede, finirebbero col tempo per cor• rompere In sorge11testessa: così. muo– re la fede )). Onde, ecco il rimediu eterno dell'ubbidienza ai superiori; espresso ancora una volta ìn due prc– celli: I) 11 fo giovine:::::«deve impa– rnre a pregare )J; 2) « la gioveutii. deve C1ccettttrcclic fo sua fede le co– ni qualcosa ». Tutto questo si svolge, natural– mente, all'insegna della « vern li– bertìt "· t in nome della libertà che si dice ai giovani: guai se tu pre– tendi di giudicare secondo te stesso, applicando nelle tue es1>erienze il tuo cri1erio morale caso 1>ercaso se• condo le circostanze <1ualc tu le in– tendi. Anche se fai bene commetti uguahncnle un grave peccato: togli ai preri l'ufficio di dirti caso per cnso ciò che devi o non de,,j fare. Non vi è salvezza se non torni nella sotto– missione ai tuoi pastori. E non im- 1>ortase con ciò tu ti sentirai « soUo• cnre nel cliriw. della morale impera– tiva>). Per la tua fede devi ben es– sere pronto a sacrificare <1ualcosa. Ed il tuo sacrificio è l'atto sublime della tua vera libertà. Tu sei, insom– ma, libero, sol quando decidi di mcllerti il giogo. L'uomo o la donna di senso co– mune torce la mente da siffatti ra– gionari, cui ben spella l'epiteto dì ragionari da preti. Senza bisogno di « ismi lJ 1 senza parlare di esistenzia-

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