Volontà - anno VI - n.5 - 31 marzo 1952

tanto per bracciante, tent'ndo t·onto tlel carico di famiglia di ognuno. Arwhe la terra delle ('OOpcralÌH', na– luralmentc, ~ia quella in arfa110, bÌa 11uella di 1>roprie1a. Tanlc tornature (un terzo di Cl· 1.iro) a testa, liberi i braccianti di l,norarselo come gli 1rnre; da soli o collt-ttivnmcntc. All'Ufficio uon in– h'rcssa, e non interessa nemmeno, in linea di principio, alla cooperativa: il collettivo è una comodità dei brae– ciunti, una questione che li riguar– da. e locca a Joro sbrigare le CJUC• 111ionipolitiche che vi si connettono (~ono CJUasi tulli comunis1i, ma il bracl'ianlc democris1iano o rcpub– bli<'ano, può decidere di la,·orarc il 1.roprio pezzo di terra a parie, pur rimanendo socio della cooperativa; oppure i gruppi di repubblicani, bO· ,·ialdf'mocratici, democristiani, poi,,- 11O11O formare dei collettivi a 1rnrtc, 1mr non usC{"ndo dalla stei,~a coo1)e– ra1h a. anche quando hanno una Ca– mera del Lavoro propria). Queslo per i lavori u: estensivi » (frumento, barbabietole, prato ecc.), che -.ono pagati a compartcci1>~tzionc (40% del prodotto al bracciante e 60% al padrone o alla cooperativa); sono lavori eseguiti normalmcnlc in <·ollt:ttivo e si provvede in seguito a distribuire fra j componenti del collc11i"o i prodotti ricevuti. l la– vori 1< ,,d economia » (Cruttelo, ri– F'O. opere di miglioria fondiaria, vi– gna, rcc., pagati a tariffa), \'engouo i,n-ece eseguiti quasi sempre indivi– dualmente (soltanto quando il col– l"tti,o è (<integrale», anche queste opere vengono assunte ed eseguite insieme e si <lividono i proventi se– l'Ondo le diverse abitudini). Il lavoro viene contalo a giorna– te di sette ore: H pagamento però 244 i· e,,(•guilo a ore; alln fine delJ'an– nata il colJelli\o c11lc0Jail totale del– le ore lnvorale insieme, quanto è ~tato inea,,,,,:110 in denaro e prodotti, ::.tabili~ce umi tjUOtn fi!-sa per ora e la mohiplica per il numero delle ore di ciascun bnH"eiante. Questo alme– no è il ,,isterna di JHtrC('chi l'Ollet1i– vi; sino a po('o tcnq,o fa la distri– buzione, in molti luoghi, veniva fot.– la in parti uguali, senza tenere con– lo del lavoro fallo dai i,,ingoli, tanto cl1e spesso i \'ecclii e i malati rice– ,•cvano la ste~a parte degli altri. Da <ilHtlche parte ades~o, si arriva in– vece a stabilire all'inlerno tiella ste~– so collettivo, un i,,islcma tariffario, per cui le donne, i ,,ecchi, i raguz– zi, sono pagati diffcrentemcnle dai giovani e dagli adulti, e i diversi ti– pi di lavoro hanno una retribuzio– ne diversa. Dal colle11i,•o ,, int('grale >, rhe a,,– sorbe ogni 1ipo di lavoro (a c:om– parlccipazione e ad economia), e che distribui.:;ce (o die=1rib11iva) i pro– venti in parti eguali, si 1rnssa man mano ad una S('1nplice organizza– zione cli lavoro, ad uno strumento tra tet·nico e ~indaC'ale. L'oq~ani7,zazionf' i111erna del f'ol– lct1i\'o è semplice; cinque o sci pn– sone coordinano il lavoro, lavoran• do anch'esse, dei cupisqundra gui– dano i propri uomini nl lavoro l' lavorano anch'essi, (' qualcl1e ,•olla. per i colleuivi pili grnndi, Ltn Jlaio di persone curano l'amminii,,trazione (pagati a stipendio). Gli uomini non hanno un lavoro fisso; la sera arri– va a casa il caposquadra e avvisa: domani alla cascina tale, oppure al– la tal'a1tra. E' il gnq>po dei capi– squadra e dei coorclinatorj che ha def'iso; il bracciante, la mattina do- 1>O,inforca la bicicleua e trova gli

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