Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

comunicazione rende impossibile o– gni attività commerciale ed indu– striai<" di un certo rilievo. La polve– rizzazione della proprietà fondiariu ostacola ogni tentativo di progresso ,:conomico, sociale e politico. E l'i– gnoranza ·- mantenuta in vita da coloro i quali, attraverso la supersti– zt0n(" e le false credenze, traggono i propri mezzi di vita dallo sfrutta– mento degli uomini più miseri - rende statico l'insieme sociale, chiu– !O ad ogni tentativo di rinascita e di progresso. La classe dei lavoratori della ter– ra, costituente la gran maggioranza della popolazione, alimenta la de– lim1uenza perchè è mantenuta in uno stato di vita antisocialr: e non riesce a ribellarsi a questo stato di cose - voluto e mantenuto da co– loro d1e, incuranti del benessere e JeH'avvenire dei propri simili, tro– ,,ano in <1ucsto ambiente la possibi– liti1 ili esplicare, incontra~tati, il ,,roprio dominio. La vita dei Javoratori è rinchiusa in 1111 sistema sociale primitivo. Fat– te rare i~ccczioni, il contadino luca– no, che in alcune zone si sen•e anco– ra tlell'aratro di legno, non conosce le ~eminalrici e le mielitrici; sovente nf'lla sua aia trebbia ancora a calpe- 1 In Bhilkata su 513.712 abi1anti ,,i so• 110 19.t.413analrahe1i, ,·aie a dire il 40,07% ,li tulli gli 1tbitan1i da sei anni in Ml 11011 sanno leg~cre. t una si1uu:ione quella ver• ,::o,::nosae richiede radicali provvedimenti ani a rondurre una falliva e concrela cam– lla,r;na conlro l'analfabc1ismo, la cui causa e Ja ricercarsi non solo nel cattivo fon• ziona.mento della sc'uola e nella insufficie11• za intellettuale e morale di 1•arecehi mae– i,.1ri, ma anche e sopratutto nella miseria in rui versano le nostre popolazioni. Crr. per tutti )ç mie tr. ~llcrc Jal Mezzogior• -18 ~tio; e fa ancora i conti sulle dita per• chè egli, vittima della miseria che gra,•a sul suo paese, non può e non vuole andare a scuola·'. Questo stato generale di miseria impedisce ogni progresso sociale e tiene. legate ancora alla superstizio– ne pili gretta ed alle false e nocive credenze le nostre popolazioni - le quali, così come ammiravano un tempo il brigante, ammirano oggi !"omicida per ,•endelta. Le necessità della vita, la man• canza di risorse e di industrie, crea• no l'ambiente in cui la violenzu, la astuzia, l.t mal11 fode diventano mez– zi di sussistenza per <1uesta povera gente. S(ruttati dai padroni ed ab– handonati alla miseria di una vita im,opportabile, Eono spinti ulla de• linquenza i diseredati ed i paria del– la societit i quali non riescono, con il pro1>rio lavoro, ~1 procurarsi i mezzi indispcnsabil.i di sussistenza. Educati in un ambiente in cui il 1,adrone riesce facilmente ad i1111,t.'· dire ogni raggruppamento tli resi– stenza, In povera gente non è mai in condizioni di svolgere lUta fattiva, radicale azione colletti\•:i. Il misero agisce <1m1si scm1>re da solo: da solo si ribella conlro lo stato di cose clw lo at1eu11gli11nf'lla sua miseria e, di- 110 * puhblicatc 11eU-Anmti (Roma. 31 mai,::– gio. 7 e 21 1tiugno 1916l nonchC una se– rie di miei arti,·oli u Alla scopcrla della Basilicaln ». in f.,, Re1mbfJ1ic;1 ti" /Iuli,,. Roma, I. ·3, 7, 8, 15 e 16 aprile 19-18, e la rircolare programma1ira della Fctlera· zione Giovanile Lucana dd P.S.U.P. 1>cril Congrc850 J>er la lona l'Oniro 1"analrabe1i• i,.mo in l:Avanti. Roma, 28 dicemhrn 19.tS. Cfr. anche il mio • Per la ,;toria della c1uc• stionc 111cridion11le "· Ed. Rinasri111. Muro Lucano, 19-14.

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